Sostenibilità

Porto Marghera, indignazione in versi

Poesia della rabbia dopo la sentenza shock di Mestre che ha mandato assolti i dirigenti del Petrolchimico. L'ha scritta l'ambientalista Michele Boato.

di Giampaolo Cerri

L’assoluzione in blocco dei dirigenti Montedisono di Porto Marghera imputati di omicidio colposo per la morte di tumore di alcuni operai del Petrolchimico, comincia a registrare le prime reazioni.
Michele Boato, animatore dell’Ecoistituto del Veneto, ha scritto a caldo un’indignata poesia. Eccola

«Siamo rimasti di sasso
alla lettura della sentenza
del giudice barbuto
al di sopra delle parti.

“Assolto, assolto, assolto”;
assolti dalla tale accusa,
assolti dalla tal’altra;
in base al tale articolo del codice,
in base al tal’altro.

LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI
è scritto a caratteri cubitali
nell’aula gremita di gente.

Ma non la pensano così,
dopo l’orrenda sentenza,
gli operai ammalati,
le vedove dei loro colleghi,
morti a decine,
morti a centinaia,
di tumore al fegato,
di tumore ai polmoni,
di tumore al cervello.

Oggi ti hanno ucciso di nuovo,
Gabriele Bortolozzo,
e con te tutti gli altri
morti o ammalati
a causa del dio Profitto
e dei suoi cinici sacerdoti.

Oggi te lo promettiamo,
Gabriele,
col groppo alla gola,
non ci fermeremo
finché giustizia non sia
fatta davvero,
perché finisca questa strage di innocenti»

Mestre, 2 novembre, giorno dei morti
Michele Boato

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