Cultura

Poveri fuori e poveri dentro

rapporto sulla poverta' nel nostro paese

di Riccardo Bonacina

Non c’è dubbio la notizia più rilevante della settimana che in questo numero raccontiamo è la crescita della povertà in Italia. Un’anticipazione dei dati Istat dicono come i poveri siano aumentati in una anno di 356.000 unità, gli individui poveri (che possono cioé spendere meno di 600.000 al mese pro capite) in Italia sono oggi 6.908.000. Le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, continuano i dati in, sono aumentate in anno del 10%, passando da poco più di 2 milioni a 2.245.000, e la povertà cresce in tutto il Paese, non solo al Sud. A corollario di questi dati altri funesti numeri Istat ci hanno, sempre in questi giorni, istruito sull’aumento della disoccupazione che in aprile è tornata a salire al 12,5%. Sono dati che non possono stupire chi, come questo settimanale, continua a ricordare, citando le più autorevoli fonti internazionali come Ocse e Fmi, come solo il 55% della spesa sociale arrivi ai cittadini mentre quasi la metà della spesa serva a finanziare e a mantenere l’apparato burocratico-erogativo; e come oltre il 60% di ciò che arriva agli italiani arriva sotto forma di pensione. Insomma, senza coraggiose riforme capaci di incidere e cambiare la Pubblica amministrazione e l’apparato erogativo che oggi esclude fasce sempre più crescenti di popolazione, quest’Italia non cambierà. E certo non si può non provare simpatia per quei ministri che ancora non demordono da un tentativo riformatore che pure deve loro apparire più grande di loro e soprattutto della maggioranza che li sostiene: come Franco Bassanini che si sfoga contro i partiti di maggioranza rei di non sostenere a sufficienza il suo tentativo di alleggerire la macchina statale, o come Livia Turco che dopo aver rastrellato risorse come mai in 40 anni democristiani per famiglia e minori non nasconde la sua stizza, non solo con i cattolici dell’ultima, e pur sempre lecita, ora, ma anche contro qualche rappresentante dei Democratici di sinistra che non capisce quanto importante sia la sua sfida.
Ma tra questa copiosa pioggia di dati allarmanti l’allarme più vero mi è capitato di sentirlo sabato 27 giugno all’Arsenale della Pace di Torino dove Ernesto Olivero presentanto il primo ospite, il segretario dei Democratici di Sinistra l’onorevole Massimo D’Alema, degli incontri che porteranno nel 1999 al Concilio dei giovani, ha detto: «Oggi i più poveri dei poveri paiono proprio i giovani. Onorevole D’Alema, questi ragazzi che oggi qui le chiedono cosa sia la politica. Forse per cambiare il nostro Paese bisognerebbe proprio partire da loro, dalla loro voglia di volare alto, dai loro bisogni, dalle loro domande». Sul prossimo numero di VITA vi racconteremo l’esito dell’incontro e del dibattito. Per ora ci premeva non far cadere nel vuoto l’invito di Olivero. E in questo numero darvi conto dell’ultima ricerca sul volontariato e sull’associazionismo in Italia dai numeri meno tristi dell’Istat e senz’altro più sorprendenti. ?

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