Non profit

Prestito con tutor A Napoli si innova

Al via il Fondo Spes della curia partenopea

di Redazione

Il Fondo Spes (Sviluppo pastorale economia solidale) diventa realtà. L’intervento di microeconomia voluto dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe si articola così: chi intende avviare una nuova attività deve compilare un modulo presente nelle parrocchie; la domanda verrà inoltrata ad un’apposita commissione che valuterà sull’esclusivo criterio della fattibilità del progetto e delle doti morali del richiedente. Tutta la procedura fino allo start up dell’attività sarà basata sulla trasparenza e verrà monitorata da professionisti.
«La macchina è pronta: non è una Ferrari, ma una Topolino, una macchina solida, tutta vetri perché segno di trasparenza assoluta». Il cardinale Sepe non ha rinunciato al suo spirito nel dare il via al Fondo Spes, che lui stesso ha definito «una risposta concreta per dare aiuto a chi ha un sogno e non ha i mezzi per realizzarlo». Dal 5 ottobre diventa realtà il progetto annunciato dallo stesso cardinale nell’aprile scorso con la lettera pastorale Dove troveremo il pane. Attualmente il Fondo Spes ammonta a 200mila euro: “apripista” il cardinale con una donazione – 50mila euro a cui si aggiunge il suo stipendio di un anno – oltre alle offerte già arrivate.
Ma l’aspetto più innovativo del fondo è nel suo meccanismo, che vede coinvolta una grande banca, Unicredit Banca, e un consorzio fidi, Confidi PMI Campania, che hanno accolto l’invito dell’arcivescovo di Napoli accettando lo schema proposto dai suoi tecnici. Ma dove sta la novità del meccanismo del Fondo Spes? «Sono due e molto importanti», spiega Carlo Borgomeo, uno dei consulenti della curia napoletana. «La prima novità è che non si tratta di un fondo a rotazione, che si alimenta con il rientro dei prestiti erogati. Il fondo paga gli interessi sui prestiti, e si esaurisce quando ha finito il capitale di partenza». La seconda novità? «È ancora più interessante», spiega Borgomeo, «ed è la figura del tutor che “accompagna” l’avvio delle iniziative. Il tutor svolgerà il suo lavoro gratuitamente, ma non a tempo perso. Si assumerà un impegno importante che è quello di facilitare l’avvio di una iniziativa per la quale non sono sufficienti i soldi, ma necessita anche di competenze ed esperienza. I tutor saranno selezionati dal fondo in relazione alle caratteristiche del soggetto e dell’attività che si vuole avviare».
Il fondo, per la selezione dei progetti e l’erogazione dei finanziamenti, si avvarrà di una commissione di esperti tutti napoletani: appunto Carlo Borgomeo, ex presidente della società per l’Imprenditoria giovanile; Sergio Sciarelli, ordinario di Economia e gestione delle imprese alla Federico II; Sergio Scapagnini, esperto per la Cooperazione italiana allo sviluppo della Farnesina.
Poi ci sono i due partner, Unicredit e Confidi PMI Campania. La novità sta nel fatto che non chiedono garanzie, in quanto l’istruttoria viene fatta dallo stesso fondo. Commenta Alessandro Cataldo, direttore generale Unicredit Banca: «Vogliamo essere solidali con le piccole e medie imprese, per questo abbiamo erogato 326 milioni di euro a sostegno proprio di quest’ultime. Non potevamo perciò mancare in questo progetto».

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