Cultura

Profughi, futuro grigio

Luci e ombre della Bossi-Fini. Commissioni locali, centri di raccolta e poche chance di appello in caso di rifiuto dello status di rifugiato.

di Redazione

Sette nuove commissioni territoriali e altrettanti centri di identificazione, una drastica riduzione dei tempi di attesa per il riconoscimento dello status di rifugiato e una procedura lampo per il riesame delle domande. Con l?operatività degli articoli 31 e 32 della Bossi-Fini (prevista per il 21 aprile), la legislazione italiana sul diritto d?asilo volterà pagina. Il nostro Paese rimane l?unico in Europa privo di una legge-quadro in materia, ma le novità sono rilevanti. Christopher Hein, direttore del Cir – Consiglio italiano per i rifugiati parla di «un passo in avanti e due indietro». Laura Boldrini, portavoce italiana dell?Unhcr, l?agenzia per l?Onu dei rifugiati, non azzarda «giudizi affrettati, ma mi sembra che sia un?ottima occasione per rilanciare la discussione in materia», mentre Ngo Dinh Le Quyen, responsabile del settore asilo della Caritas italiana trova che «nella nuova legislazione ci siano diversi aspetti critici».
La novità più rilevante è la sostituzione dell?attuale commissione centrale con 7 commissioni territoriali (Gorizia, Roma, Siena, Crotone, Milano, Trapani, Foggia) che esamineranno le richieste d?asilo (9.019 nel 2004, di cui 8.150 rifiutate). I nuovi organismi avranno 4 membri: il prefetto, un rappresentate del questore, uno degli enti locali e uno dell?Unhcr, tutti, «ed è la prima volta che accade», sottolinea la Boldrini, con diritto di voto. L?attuale commissione centrale si trasforma in commissione nazionale e si occuperà di uniformare i criteri delle commissioni territoriali e delle cessazioni dello status di rifugiato, mentre a un?apposita commissione stralcio spetterà esaminare i 25mila fascicoli in arretrato.
La nuova normativa prevede che l?esame della domanda non duri più di 35 giorni, a fronte di una media attuale di 18 mesi. Nel frattempo i richiedenti asilo entrati in Italia clandestinamente (il 90%) devono rimanere nei centri di identificazione, attivati nelle stesse località delle commissioni. «Anche se a me risulta», interviene Ngo Dinh Le Quyen, «che tranne Foggia, Crotone e Trapani, gli altri non sono ancora pronti». «Ma l?aspetto peggiore», afferma Hein, «riguarda la procedura per il riesame della domanda». In caso di diniego, «la pratica sarà riesaminata entro 15 giorni dalla stessa commissione che aveva espresso parere negativo integrata da un membro della commissione nazionale. Quindi verosimilmente non cambierà il suo giudizio». E al richiedente non rimarrebbe che il ricorso al tribunale civile. «Ma in questo caso è previsto l?allontanamento dello straniero, il che gli renderebbe di fatto impossibile seguire l?iter della domanda», conclude Hein.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.