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Russia

Putin, non è tutto consenso ciò che luccica

Il nostro riconteggio delle elezioni in Russia. Secondo “Novaya Gazeta Europe”, a Putin sono stati espressi o attribuiti 31 milioni di voti, ovvero circa il 40% del numero di tutti i voti espressi (secondo i dati della Commissione elettorale centrale, circa 77 milioni), e secondo l'analista elettorale Ivan Shukshin, 22 milioni di voti, meno di un terzo.

di Alexander Bayanov

Il voto a San Pietroburgo

Un risultato senza precedenti con l’87,28% di consensi, con un’affluenza alle urne del 77,44%, ottenuto da Putin, il più grande risultato nelle elezioni presidenziali nella Russia post-sovietica. E questo dato annunciato dalla Commissione elettorale centrale solleva legittimi dubbi. Il fatto è che esistono da tempo delle tecniche statistiche in grado di valutare il grado di plausibilità della distribuzione assunta dalle percentuali di voti all’interno dei seggi.

La prima implementazione di una tecnica statistica costruita con questi obiettivi fu ideata ed utilizzata per la prima volta da John Brady Kiesling per analizzare le elezioni armene. Il metodo si è dimostrato efficace in Russia per identificare le frodi a favore del partito al governo e dei suoi candidati.

Dal 2010 l’analista elettorale Sergei Shpilkin studia la distribuzione dei voti e l’affluenza alle urne alle elezioni russe. Basandosi sul modello utilizzato da Kiesling, ha elaborato un metodo per individuare comportamenti statisticamente anomali. La tecnica statistica di cui sopra consiste, operando alcune semplificazioni, nel considerare i voti in forma aggregata per seggi o sezioni, per poi valutare il comportamento delle percentuali di voto in tali aggregazioni nella loro relazione con i dati relativi all’affluenza. Dunque, servendoci di un’intuizione grafica, se si tracciasse su un grafico il numero totale di voti per ciascun candidato sull’asse Y rispetto alla fascia percentuale di affluenza sull’asse X, ci si aspetterebbe qualcosa di simile ad una curva gaussiana, relativamente simmetrica e centrata nel picco di affluenza registrato all’interno del paese. Poniamo che nel paese vi siano due candidati: 1 e 2. Supponendo un’affluenza del 60% ci si aspetta che in corrispondenza di questo valore sulla curva si registri, per entrambi i candidati, il maggior numero di voti, e che spostandoci sull’asse X verso percentuali di affluenza inferiori o superiori, si registri una diminuzione tendenzialmente proporzionale di questi (anche per percentuali di affluenza superiori, essendo queste via via più rare, il numero assoluto di voti a favore di entrambi i candidati tenderà a diminuire). Inoltre, pur essendo sensato supporre che all’interno delle sezioni considerate le proporzioni di voti in favore di 1 e 2 oscillino anche considerevolmente (per molti motivi, tra cui ad esempio le differenze che possono intercorrere tra i voti espressi all’interno delle sezioni rurali piuttosto che cittadine) costituirebbe in ogni caso un comportamento statisticamente bizzarro la registrazione di un picco, in corrispondenza poniamo di un 90% di affluenza, del numero di voti in favore di 2. Questo perché considerata la media nazionale del 60% un 90% di affluenza dovrebbe essere sufficientemente raro (in termini grafici: la curva sufficientemente bassa) da risultare in un numero del tutto contenuto di voti a favore di 2 anche nel caso estremo e potenzialmente sospetto in cui 2 prendesse il 100% dei voti. Dunque, perché si riscontrasse un picco di voti in corrispondenza di un 90% di affluenza, non solo le percentuali di voti dovrebbero essere estremamente sbilanciate in favore di 2, ma anche la quantità di sezioni nelle quali si fosse registrata tale affluenza dovrebbe essere un numero molto significativo e non coerente con il punto in cui tale valore è situato nella curva.  

Se si riscontrano deviazioni da tale distribuzione, tali risultati vengono definiti anomali. Sono causati dalla compilazione successiva delle schede elettorali per un candidato “governativo” o dall’aggiunta di un certo numero di schede ai protocolli. Tali falsificazioni aumentano contemporaneamente l’affluenza alle urne e la percentuale finale di voti per il candidato “governativo”. Su un grafico unidimensionale, provocano la crescita della spalla destra in una normale gaussiana, e su un diagramma bidimensionale (basato sull’affluenza e sulla percentuale di candidati “governativi”) appaiono come la “coda di una cometa” che si estende fino all’angolo in alto a destra. Il diagramma rappresenta sugli assi la percentuale di affluenza e la percentuale di voti in favore del partito al governo, dove in basso a sinistra ed in alto a destra troviamo i due casi estremi, rispettivamente: 0% – 0% e 100% – 100%. La tendenza che i grafici sembrano mostrare è a una concentrazione via via più consistente di punti all’interno delle sezioni dove sia l’affluenza che la percentuale di voti in favore del partito sono vicine o uguali al 100%. Meduza pubblica grafici bidimensionali con una distribuzione gaussiana normale per tutte e sei le elezioni presidenziali. I diagrammi mostrano il nucleo dei voti statisticamente plausibili e la “coda della cometa”, che indica invece le anomalie. Durante le elezioni presidenziali del 2024, la parte di voti statisticamente non anomali è completamente scomparsa, lasciando solo la “coda della cometa”.

Secondo “Novaya Gazeta Europe”, a Putin sono stati espressi o attribuiti 31 milioni di voti, ovvero circa il 40% del numero di tutti i voti espressi (secondo i dati della Commissione elettorale centrale, circa 77 milioni), e secondo l’analista elettorale Ivan Shukshin, 22 milioni di voti, meno di un terzo. Questa differenza tra i dati di Novaya Gazeta Europe e quelli di Ivan Shukshin è spiegata dal fatto che in queste elezioni il nucleo di base (cfr. grafici sopra) è estremamente sfocato e dobbiamo prendere come base diversi valori normali.


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Sorge la domanda: per quali ragioni i funzionari e le commissioni elettorali distrettuali creano frodi su così larga scala?

Mi sembra che la risposta sia la seguente: in primo luogo, i funzionari e i dipendenti delle commissioni elettorali vogliono dimostrare lealtà, e poiché i confini delle norme morali nella società russa sono estremamente sfumati, allora, come si suol dire, tutti i mezzi sono buoni per raggiungere l’obiettivo. In secondo luogo, sulla base di questa enorme massa di voti ricevuti, la cerchia ristretta di Putin forma nella sua mente una vittoria convincente, convincente solo agli occhi del vincitore. E Putin comincia a credere davvero nel sostegno popolare. È come la famosa storia del dittatore portoghese Salazar, che negli ultimi anni del suo regno e della sua vita fece stampare un’unica copia del giornale, destinata solo a lui.

Intanto la Commissione elettorale centrale ha pubblicato i risultati delle votazioni presso  il seggio elettorale del consolato russo a Milano. Alle elezioni hanno partecipato 2.247 persone, per Putin è andato il 51,65% dei voti. E sembra che questa cifra sia la più vicina alla realtà.

“Putin per sempre?” è l’istant book sulla situazione della Russia attuale, pubblicato dall’autore di questo articolo. Una pubblicazione riservata agli abbonati di VITA. Questo il link per abbonarsi.


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