Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione

Qual è il posto per i bambini nel Piano Mattei per l’Africa?

Il Piano Mattei non può essere rivolto solo allo sviluppo industriale ma deve affrontare anche le tematiche sociali, fondamentali nell’ottica di quello che è un obiettivo dichiarato del Governo, la prevenzione delle migrazioni

di Sara De Carli

Quale posto ha l’infanzia abbandonata nel Piano Mattei che l’Italia si appresta a varare per l’Africa? I milioni di bambini che crescono in un orfanotrofio o per strada, i care leavers e anche i bambini che in Italia potrebbero trovare la loro famiglia con l’adozione internazionale. Far sì che questo posto ci sia è l’obiettivo del convegno “Piano Mattei per l’affido e l’adozione dei bambini africani”, che si terrà martedì 21 novembre alla Sala del Cenacolo della Camera dei deputati, organizzato da Ai.Bi. – Amici dei Bambini e dalla Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini.

«Il Piano Mattei è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e dovrebbe partire dal 1° dicembre con la convocazione della “cabina di regia”. Uno degli ambiti strategici del piano è la cooperazione e a noi sta a cuore inserirvi il tema dei bambini abbandonati», spiega Marco Griffini, presidente di AiBi. I dati sui minori che vivono fuori famiglia in Africa non ci sono, «ma le stime sono impressionanti, Si parla di 12 milioni di orfani solo in Nigeria».

L’obiettivo di questo incontro «è sensibilizzare innanzitutto la politica, per far sì che questo Piano Mattei non sia rivolto solo allo sviluppo industriale ma affronti le tematiche sociali, che sono fondamentali nell’ottica di quello che è un obiettivo dichiarato del Governo, la prevenzione delle migrazioni. Se le migrazioni si prevengono con lo sviluppo in loco, i bambini abbandonati, che sono gli ultimi degli ultimi, non possono essere dimenticati».

AiBi ha da poco aperto nuovi Paesi in Africa: oggi è autorizzata alle adozioni internazionali in Nigeria, Burundi, Congo Brazaville, Tunisia oltre che in Ghana dove era già presente. Resta il tema della RDC, Paese che dopo gli scandali e la chiusura di qualche anno fa ora ha una nuova legge sulle adozioni internazionali ed è interessato a riprendere la collaborazione con l’Italia: l’ambasciatore Luca Attanasia stava lavorando ad un accordo bilaterale, che tuttora è in stand by perché il Mae chiede alla RDC garanzie di privacy come le nostre.

Foto di Git Stephen Gitau, Pexels


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA