Quando i miei amici stranieri mi chiedono qualcosa dell’Italia, suggerisco loro di conoscerla attraverso qualche film. E per ognuno ho un titolo adatto. Eccone tredi Ouissal Mejri
Un dvd al giorno toglie l’ansia dell’integrazione di torno.
Quando i miei amici stranieri vogliono capire l’Italia, gli consiglio di vedere dei film scritti e diretti da italiani. Un film diverso per ogni circostanza della vita. Ecco la mia rassegna.
Ho suggerito Bianco e nero (2007) alla mia amica senegalese Joséphine che ha un ragazzo italiano e che esita a fare il grande passo. Quando l’ho invitata a casa mia a fumare un narghilè, mi aveva detto che era tesa perché avrebbe dovuto conoscere la futura suocera borghese italiana. Bianco e nero in fondo, è un film dove anche se l’Italia esce ancora non prontissima nell’accettare l’unione tra un italiano bianco e una donna africana di colore, lascia bene sperare una donna straniera. L’idea che mi sono fatta dopo aver visto il film è che gli uomini italiani saranno anche tendenzialmente infedeli, ma sono disposti a mettersi contro amici, parenti e colleghi pur di coronare il loro sogno d’amore indipendentemente dal colore della pelle e della religione del partner. Il numero di matrimoni misti è infatti in aumento. Gli uomini italiani saranno pure dei mammoni, ma quando si tratta di amore vero, diventano dei cuor di leone.
Poi sono stata a Torino a trovare Aziz, un mio amico di Marrakech. Aziz lavora come manovale in un cantiere edile, non l’hanno ancora messo in regola, eppure sono cinque anni che è in Italia. Il suo sogno è quello di aprire un negozio di fiori e fare composizioni per i matrimoni. Sarà lui ad organizzare le decorazioni floreali per il mio di matrimonio. Voglio solo rose bianche e gigli, e so che farà un ottimo lavoro. È molto bravo, ma a Torino non si è ancora integrato perfettamente e sente la mancanza del suo paese. È difficile per uno straniero riuscire a realizzare i propri sogni. Lui sta un po’ perdendo le speranze; gli ho detto di tenere duro perché nella vita tutto è possibile. Ma visto che le mie parole non sono efficaci, in effetti non sono una grande motivatrice, l’ho portato a vedere Lezioni di cioccolato (2007). Dopo tutto, i film ti danno spesso la carica e la licenza di osare nei momenti in cui tutto va storto. Lezioni di cioccolato è un film divertente che, pure se liquida la questione del lavoro in nero in maniera un poco sommaria, fa vedere come – grazie al cioccolato – ci si possa sentire a casa anche in terra straniera. Dalla mia esperienza, gli italiani (a parte i soliti cafoni che esistono in tutti i Paesi) sono grandi quando si tratta di farti sentire a casa tua. Gli chiedi una mano e loro ti offrono un braccio.
Questa estate ho trascorso le vacanze a casa, in Tunisia. Un adolescente, che mi aveva sentita parlare al telefono in italiano, mi si avvicinò incuriosito. Voleva sapere se l’Italia è davvero il Paese dei balocchi, concezione tipica che i tunisini hanno dell’Italia prima di visitarla, e se potevo trovargli un lavoro. Gli ho sorriso e gli ho detto che no, l’Italia non è esattamente così. È dura anche per gli italiani. E allora com’è?, ha ribattuto il giovane. A lui ho consigliato di vedersi Cover Boy di Carmine Amoroso. La pellicola racconta con grande sensibilità il rapporto che si instaura tra due uomini, uno rumeno e un italiano, entrambi alle prese con il precariato. L’amicizia che lega i due uomini permette loro di affrontare con più coraggio le preoccupazioni legate al presente e il senso di incertezza nei confronti del futuro. Un rapporto intenso che gli permette di sfidare la vita con poesia continuando a sognare, al punto di desiderare di percorrere all’inverso le rotte dell’immigrazione e andare in Romania ad aprire un ristorante sul Danubio insieme. Un film che la dice tutta sulla condizione lavorativa dell’Italia.
Per la cronaca, il giovane che mi aveva approcciata, dopo aver visto il film, è rimasto in Tunisia.
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