Cultura

Quale strada per l’Amazzonia?

In Amazzonia. E' il titolo del libro di Azzurra Carpo, già vincitrice del Premio Biocca nel 2003. La Carpo presenterà la sua prima a Milano il 13 giugno

di Redazione

di Coquelicot Mafille

Per gli indigeni dell?Amazzonia il nuovo anno inizia quando appaiono le Pleiadi nella costellazione del Toro, a metà giugno. In questo periodo, a pioggie finite si può iniziare a seminare. Azzurra Carpo, italiana non ancora trentenne ha percorso queste latitudini frondose sin da ragazzina seguendo i genitori che lavorano in ambito dell?interculturalità ed è cresciuta nel mondo scavalcando le frontiere, cancellando i confini dell?appartenenza e spostando le linee del linguaggio. Alla complessità variopinta di quei luoghi ha intrecciato i suoi pensieri di donna dedicandosi alla condizione dei popoli indigeni, con particolare attenzione ai territori amazzonici del Perù.

Quando nel ?97 sente parlare per la prima volta della carretera interoceanica una strada che ?parte dalle coste dell?Oceano Atlantico, attraversa tutto il Brasile e solca l?ultima foresta primaria dell?Amazzonia peruviana, per poi innestarsi sulle grandi arterie andine e raggiungere l?Oceano Pacifico e i mercati dell?Oriente? ne intuisce la portata tellurica, le sue conseguenze inesorabili. Cinque anni dopo, come rapita dall?avvertimento che la vista del raggio verde infonde, secondo una credenza indigena, a colui che lo scorge, Azzurra accoglie la sfida dell?ignoto e intraprende il viaggio lungo la carretera chiedendosi se questa riuscirà a congiungere il ?progresso? con la dignità dei popoli e della natura.

Già altre carretere hanno attraversato la selva, con il loro carico di devastazione ambientale e defertilizzanti culturali ma si saprà ora, sperimentato il passato, limitare i danni e gli sconvolgimenti che il raccordo tra i due tratti finali di questa estrada do Pacifico comporterà?

Azzurra parte da Xapurì, città di Chico Mendes, il sindacalista e ecologista brasiliano ucciso nell?88 e arriva da noi con questo libro ?In Amazzonia?, pubblicato dalla Feltrinelli, mettendoci in mano il peso di uno schiaffo, liberandoci dal torpore e dall?ignoranza e la potenza di una carezza bagnata di lacrime perché la conoscenza dei nomi degli altri fa maturare in tenerezza e interdipendenza. Con la sua scrittura incisiva, immaginativa, debordante di pathos e rigore, Azzurra compone un testo che è un saggio, un romanzo, una narrazione a più livelli, uno scorrere violento e coinvolgente di poesia.

Il suo sguardo è lucido, non confonde con la realtà la presunzione dell?ego. Azzurra ascolta, osserva, incontra e condivide, dà la parola ai veri protagonisti del viaggio. La sua voce è ironica, sensuale, mai banale, ci trascina in una storia di cui i più conoscono poco e trasformano con stereotipi e ci scaraventa con stupore davanti a mostruose sorprese. L?interesse generale converte sulla deforestazione e sull?estinzione di rare specie di uccelli e orchidee? Non è che la minima parte del problematico vaso socio-geopolitico che Azzurra ci aiuta a scoprire. Per anni, per secoli, c?è stato l?invito sancito da governi, missionari, mercenari e commercianti a colonizzare l?Amazzonia, in quanto terra feconda, in quanto priva di persone. Le città di Manaus in Brasile, di due millioni di abitanti e quella di Belèm, in perù, senza rete fognaria adeguata coincidono con l?idea di paradiso terrestre?

Dai campesinos che scappavano dal deserto e dalla fame del Nord-Est del Brasile, ai seringueros partiti a migliaia nel secolo scorso per la borracha, il caucciù di miracoli e pene, dai mineros cercatori d?oro che inquinano i fiumi e raccolgono miseria, ai cocaleros andini dei traffici internazionali e a tutti i peones sfruttati in una guerra fra poveri, passando dai predicatori di ogni cristianesimo e dai movimenti politici di liberazione omicida, ai nuovi Fitzcarrald del petrolio e della biogenetica, tutti, tutti sono venuti e vogliono emigrare in Amazzonia.

Cosa nascerà all?alba del terzo millenio dalla terra rossa della foresta, territorio immenso che abbraccia nove stati, un?iride di popoli e culture, biodiversità e conoscenze, terra madre sempre più violentata dalla spregiudicatezza degli uomini, l?efferatezza del mercato e dall?unilateralità del potere? Quali sono le strade da tracciare por todos os povos da floresta, per tutti i popoli della foresta, indigeni e non, invertendo lo scenario di usurpazione e pulizia etnica per imboccare controcorrente il fiume della globalizzazione? Azzurra ci presenta gli uomini e le donne del cambiamento sostenibile in Amazzonia.

La sopravvivenza dipende solo da loro, da loro indigeni organizzati, che fondano associazioni, reti alternative autogestite da dirigenti bilingui, con studi superiori e esperienza all?estero, che talvolta vestono coi jeans e partecipano attivamente ai fori internazionali vincendo cause e diritti, che creano fabbriche e posti di lavoro ecosolidali promuovendo i ?frutti? della foresta, quelli di sopra e quelli di sotto, nel rispetto delle regole, che quando sono donne devono impegnarsi su più fronti combattendo il machismo e sciogliendo l?ottusità e la rabbia, che soprattutto imparano nuovi linguaggi inventando nuovi ponti intuendo che le parole portano più lontano che certe strade, perché laddove le lingue materne potranno essere comprese e scambiate là ci sarà identità e stima, lì forza per resistere, continuare e cambiare ?parlando le parole del diritto alla differenza?.
Azzurra recita come un mantra i nomi dei popoli che ha conosciuto, amahuaca, shipibo-conibo, shipibo-ese eja, ashaninka, harakmbut, kaxinawa, nahua, sharanahua, kulina, più uno che non vorrà mai conoscere, i masko piro, perché ultimi dei cosidetti non-contattati preferiscono avvolgersi nella nebbia, fluire piano nell?ombra per poi scappare via veloce da quelli ci assomigliano consci che non vorranno imparare la loro lingua e che gli fanno paura. Azzurra si accende una sigaretta e scoppia una risata fra le vecchie donne kaxinawa, puëki dice lei, che è come dire ?grazie? insieme a ?sto bene con te?, puëki rispondiamo ora che conoscendo la parola possiamo pronunciarla.

Azzurra Carpo è nata a Vicenza. Si è laureata a Bologna con una tesi sulle organizzazioni indigene dell?Amazzonia. Ha lavorato nelle comunità del Rio Ucayali (Amazzonia peruviana) in un progetto di cooperazione internazionale per la promozione dei diritti delle donne Shipibo. Nel 2003 il suo réportage sull?Amazzonia ha vinto il premio dell?associazione Italo Calvino intitolato a Paola Biocca.

La presentazione del libro si svolgerà a Milano, martedì 13 giugno, ore 18, presso la libreria Feltrinelli di via Manzoni

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