A ciascuno il suo. A noi cittadini-consumatori il compito di modificare gli stili di vita in direzione di una sempre maggiore consapevolezza e sostenibilità. A chi governa quello di incentivare questi cambiamenti, con provvedimenti e politiche ad hoc. Abbiamo chiesto a quattro soggetti molto attivi su questo fronte un’idea da proporre al futuro parlamento, una legge, tra le tante possibili, da approvare subito per dare immediatamente un segnale di cambiamento di passo. Ecco le loro risposte.
Coldiretti
«Proponiamo una legge che incentivi le aperture dei farmers market, attraverso un patto con le amministrazioni locali che dovrebbero impegnarsi a destinare delle aree a questi mercati, magari in una prima fase in usufrutto gratuito. Calcoliamo che così si potrebbero aprire alcune centinaia di questi punti vendita diretta, non solo nei capoluoghi di provincia, ma anche nei piccoli centri, ottenendo un doppio vantaggio: risparmi per i consumatori, meno inquinamento causato dagli spostamenti delle merci».
Slow Food Italia
«Una delle cose importanti da fare sarebbe quella di intervenire nel grande campo della ristorazione collettiva (ospedali, mense, scuole) incentivando, attraverso gli appalti, l’uso di prodotti locali, più naturali, senza trattamenti chimici. Questo avrebbe una ricaduta importante sulle economie locali, sui meccanismi di consumo, ma avrebbe anche un grande valore educativo, di orientamento degli stili alimentari. Servono regole nazionali sugli appalti, non si può lasciare alla singola amministrazione la scelta, per esempio, se usare acqua minerale in bottiglie di plastica o l’acqua degli acquedotti nelle proprie mense.
WWF Italia
«Sul fronte trasporti è assolutamente necessario uscire dalla logica dei cantieri per tornare a un’idea di piano nazionale che dia spazio al tema della mobilità nelle grande aree metropolitane, non limitandosi a una logica di territorio urbano, ma guardando all’area vasta, all’integrazione di mezzi diversi. Credo anche che sia da condividere l’idea, lanciata nei giorni scorsi dal presidente dell’Aci, di una sorta di tetto alle auto nelle città: senza un posto auto, non si dovrebbe vendere un nuovo veicolo. Questo sarebbe anche un modo per incentivare il car sharing.
Ctm-Altromercato
Chiediamo che si torni a discutere il progetto di legge sull’equosolidale che si è arenato in questa legislatura. La proposta, oltre a stabilire una definizione di commercio equo e di prezzo equo, introduce nuove definizioni e nuovi soggetti giuridici per la tutela delle organizzazioni e dei consumatori (ad esempio, la filiera integrale del commercio equo e solidale, l’Albo delle organizzazioni, il Registro della filiera integrale del commercio equo e solidale, l’Autorità del commercio equo e solidale). Serve cioè un riconoscimento del ruolo delle organizzazioni che presidiano tutta la filiera, dal produttore al consumatore.
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