Uomini & Donne
Quegli uomini che non hanno ancora imparato a essere desiderati
I gruppi “Mia moglie” e “Phica.eu” con il loro corredo di commenti sessisti riportano a tema il rapporto tra uomini e donne. Scatti rubati e trasformati in immagini di donne-oggetto e beceri commenti che fungono da aggregatori di community maschili. Nulla di nuovo, è vero: ma alla radice cosa c’è? Per Stefano Ciccone, cofondatore di Maschile Plurale, una considerazione misera del corpo maschile come non desiderabile, che genera una sorta di vendetta nei confronti della donna. Un mondo maschile che non riesce a reinventarsi nella relazione e vive una sessualità senza relazione, per mettersi al riparo dalla vulnerabilità. La sfida per l'uomo? Scoprire la bellezza di essere oggetto del desiderio dell’amata

Donne oggetto. Il denominatore comune tra il gruppo “Mia moglie” e “Phica.ue” – pur così diversi tra loro – è questo. Foto rubate, commenti sessisti. Un comportamento «vecchio come il mondo, che non ci può stupire: quelli recenti sono casi estremi per la forma, la modalità, i numeri aggregati, la volgarità dei commenti, ma di fatto riproducono un immaginario condiviso, ossia l’idea che il corpo di una donna sia un oggetto e che l’uomo ostenti tale oggetto per alimentare la sua immagine». A parlare così è Stefano Ciccone, co-fondatore di Maschile Plurale, una rete di uomini impegnati contro la violenza maschile verso le donne e contro gli stereotipi di genere.
Che riflessioni fare davanti ai casi di cronaca di questi giorni, al di là del fatto di non capacitarsi di come gruppi con questi numeri e questa visibilità, segnalati più volte, non siano stati chiusi prima?
Primo, il fatto che l’oggetto autentico da mettere a tema sia la relazione tra maschi, quell’elemento di complicità tra maschi – possiamo chiamarlo omoerotismo o omosocialità maschile – per cui il desiderio è mimetico, desidero ciò che gli altri desiderano. Mi identifico e mi appago del sesso degli altri e del desiderio degli altri. Altro tema, interessante, è quello della “trasgressione conformista”: faccio qualcosa di apparentemente molto trasgressivo – stiamo leggendo tutti oggi i commenti che dicono “ma era un gioco”, “ma come siete moralisti”, “non si può più dire niente”, “è la dittatura del politically correct” e via dicendo – che però solo apparentemente rompe le regole sociali, ma in realtà invece le conferma, perché appunto cosa c’è più vecchio e conformista del fare battute sul corpo delle donne?
Abbiamo costruito un immaginario per cui le donne sono un corpo-oggetto, senza soggettività e senza desiderio, mentre l’uomo è il soggetto che ha desiderio, da realizzare con il potere o con i soldi ma con un corpo che non è desiderabile, che non muove di per sé il desiderio della donna
Dire che è una cosa vecchia come il mondo non rischia però di minimizzare quel che è accaduto?
Non è minimizzare, ma capire che molti comportamenti, anche là dove assumo vesti apparentemente nuove, per esempio legate al digitale o ai media, in realtà riproducono nel profondo modelli culturali tradizionali. Questa cosa è frutto di una operazione culturale che abbiamo fatto noi: abbiamo costruito un immaginario per cui le donne sono un corpo-oggetto, senza soggettività e senza desiderio, mentre l’uomo è il soggetto che ha desiderio, da realizzare con il potere o con i soldi ma con un corpo che non è desiderabile, che non muove di per sé il desiderio della donna. Tant’è che il cliché di tutti i film di “serie b” si basa sull’uomo bruttino e poco desiderabile che guarda dal buco della serratura una donna bellissima e usa il potere – del ruolo, dell’essere marito, dei soldi – per compensare la desiderabilità che non ha.
In che senso il corpo dell’uomo non è desiderabile?
Pensi solo all’immaginario che abbiamo. Il corpo nudo della donna è desiderabile, mentre il corpo maschile nudo offende o fa paura: l’uomo nudo è un maniaco. L’elemento più profondo che c’è dietro tutto questo è l’idea di una sessualità maschile percepita e rappresentata come bassa e sporca. L’immaginario degli uomini è largamente ancora quello di una donna che viene sporcata dal desiderio maschile e dal sesso maschile: l’uomo si sente frustrato dall’essere schiacciato in questa sessualità volgare e la sua vendetta è sporcare la donna.
Lei ci vede invidia e vendetta nei confronti della donna, insomma?
Certo. Perché ci colpisce tanto il gruppo “Mia moglie”? Perché c’è va a sporcare la donna più rispettata. Per questo dico che alla base c’è una grande miseria della sessualità maschile e della percezione di sé degli uomini. Se il mio corpo non è desiderabile di per sé, se io non basto a sollecitare e incontrare il tuo desiderio, allora io ho costantemente bisogno dei soldi o del potere per riprendere il controllo di una situazione in cui pur essendo l’uomo soggetto e la donna oggetto, è la donna che muove l’uomo e l’uomo si ritrova in balia del desiderio nonostante si sia costruito un’immagine di soggetto che basta a se stesso. È una situazione in cui – paradossalmente – emerge la sua vulnerabilità. L’uomo così nutre rancore verso la donna che ha il potere della seduzione, di muoverlo, e quindi per mascherare questa vulnerabilità mette in campo gli strumenti potere. L’immaginario pornografico della rete infatti rappresenta gli uomini come potenti e desideranti e le donne come completamente disponibili, al servizio agli uomini. E non è un caso che il sesso orale sia tanto apprezzato: c’è una donna che si abbassa e si sporca, un orgasmo maschile che sporca la donna, con un godimento specifico nello sporcare la donna.
Il tema serio è quello di un mondo maschile che non riesce a reinventarsi nella relazione, che preferisce vivere una sessualità senza relazione perché questo gli permette di rimuovere la sua vulnerabilità
È qui che si annida anche la rabbia degli incel?
L’incel cosa dice? Che l’80% uomini degli uomini sono esclusi dal desiderio delle donne in quanto sono senza soldi e senza potere. Alla base c’è l’idea che le donne non hanno un desiderio autonomo e, appunto, che l’uomo non sia di per sé desiderabile. E questo porta ad avere rancore verso un universo femminile che si rappresenta come umanamente superiore. Qui nascono due reazioni: ti sporco/ti degrado oppure dico che tu sei come me/complementare a me, che fai finta di no, ma in realtà ti piace essere sottomessa. Lo vedo anche nelle scuole: c’è una grande frustrazione maschile, un rapporto misero dei maschi con il proprio corpo.

Il tema serio quindi qual è?
Lo ripeto spesso. Il tema serio è quello di un mondo maschile che non riesce a reinventarsi nella relazione, che preferisce vivere una sessualità senza relazione perché questo gli permette di rimuovere la sua vulnerabilità, il misurarsi con l’abbandono o con il rifiuto: per farlo però deve negare il desiderio femminile oppure viverlo come una minaccia.
La sessualità davanti a un corpo muto di donna è rassicurante, ma in fondo non è desiderabile. Penso che gli uomini di oggi possano avere un’altra fantasia: essere anch’essi oggetti del desiderio, scoprire la bellezza dell’essere desiderabili e dell’essere anch’essi desiderati, dentro una relazione
Quindi che facciamo?
Limitarsi alle reazioni indignate e moraliste non serve a nulla. Né serve un approccio prescrittivo, perché ci rinchiude nell’angolo della dittatura del politicamente corretto. Dobbiamo sfidare i costrutti culturali. Le donne negli anni 70 hanno bruciato i reggiseni, il corpo nudo allora era espressione di soggettività, non di passiva disponibilità. Dobbiamo dire che le ragazze e le donne sono soggetti di desiderio, che sanno cosa vogliono, che fanno il primo passo. E raccontare agli uomini che il sogno di donne mute, disponibili e sottomesse in realtà è un incubo che ci rimanda alla nostra miseria. Ai tempi di mio nonno, c’erano due tipi di donne: quella per fare i figli e quella dei desideri, in sostanza la moglie e la prostituta. Ma entrambe erano donne mute. La mia generazione ha incontrato invece donne che hanno messo in gioco il loro desiderio e non c’è dubbio che la mia sessualità, per questo, sia più ricca di quella vissuta da mio nonno. La sessualità davanti a un corpo muto di donna è rassicurante, ma in fondo non è desiderabile. Ci conforta nel nostro potere, però alla fine è un surrogato. Penso che gli uomini di oggi possano avere un’altra fantasia: essere anch’essi oggetti del desiderio, scoprire la bellezza dell’essere desiderabili e dell’essere anch’essi desiderati, dentro una relazione.
In copertina, foto di Steve Barker su Unsplash
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