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Sostenibilità sociale e ambientale

Raccogliere di più per consumare meno

Riciclo Pubblico e privato insieme per l’energia

di Redazione

Chi trova una lattina – e la raccoglie – trova un tesoro. Esagerato? Mica tanto a giudicare dalle cifre fornite dal consorzio Rail che, insieme allo statale Coala (Consorzio nazionale alluminio e ambiente), si occupa della raccolta e del riciclo delle lattine nel nostro Paese. L?alluminio secondario che si ricava dal riutilizzo delle lattine permette il risparmio del 95% dell?energia richiesta per produrre quello primario (da cui si distingue solo per la definizione, e non per la qualità) partendo dalla materia prima. Per ricavare dalla bauxite un chilo di alluminio sono necessari circa 13 kwh; lo stesso quantitativo di alluminio nuovo ricavato da quello usato richiede invece 0,6/0,7 kwh. L?Italia, dopo la Germania, è la maggiore produttrice europea di questa qualità di alluminio (400 mila tonnellate all?anno): nel 1996 ha riciclato il 40% delle 19 mila tonnellate di lattine vendute. Il tutto grazie alla disponibilità di 94.690 contenitori di raccolta e oltre 2 mila comuni coinvolti nell?iniziativa. Fatti i debiti conti, dunque, un chilo di lattine recuperate vale sul mercato attuale 1.530 lire. Non proprio un tesoro, ma quasi. E proprio questa ricchezza è alla base del ?trinomio? italiano fondato sulla raccolta delle lattine. Così lo chiama Valerio Bernardi, responsabile Coala-Rail: «Volontariato, ambientalisti e industria sono i tre ?poli? della nostra attività. Un incontro che ha portato benefici a tutti: ai volontari che, tramite iniziative di grande richiamo, hanno potuto contare su una buona raccolta fondi e su un proselitismo fondamentale per i loro impegni. E all?ambiente, primo beneficiario della raccolta delle lattine usate e l?industria, con il grande risparmio che consegue dal riciclo dell?alluminio usato». ? Creatività 10 milioni di bibite per San Pietro In giro per il Paese ci sono così tante lattine buttate che ci si potrebbe fare un monumento. Questo devono aver pensato i volontari dell?Aido (Associazione italiana donatori di organi), che effettivamente di monumenti con le lattine ne hanno fatti parecchi. E il primo è stato giustamente quello più simbolico: nel 1987 un insieme di 1.250.000 lattine andò a formare una perfetta riproduzione del Colosseo in scala 1:10. La fantastica costruzione, del peso di 25 tonnellate, oltre a entrare nel Guinness dei primati, fruttò all?associazione 35 milioni di lire, spesi nella ricerca sui trapianti. Sulla scia di questa iniziativa, altre cinque imprese sono state portate a termine: l?associazione Ama (Amici madri antidroga) ha fatto una ricostruzione della facciata del teatro la Scala di Milano (127.816 lattine). Sempre l?Aido, nel 1989, ha stabilito un nuovo record con l?Arena di Verona riprodotta in scala 1:3 (oltre 2 milioni di lattine per 40 tonnellate di peso); quindi fu la volta di Porta San Giacomo di Bergamo (scala 1:2, 5.100 chili) e, nel ?92, il nuovo record con l?impressionante Basilica di Sant?Antonio a Padova (scala 1:4, 3.245.000 lattine, 55 tonnellate di alluminio). Del ?93 è invece la fontana di piazza Brin a La Spezia (scala 1:1, 70 mila lattine). Ma per la fine dell?anno la cooperazione Aido-Rail-Coala promette il nuovo record, probabilmente quello definitivo perché irripetibile: circa 10 milioni di lattine andranno a formare una perfetta riproduzione 1:5 della basilica di San Pietro. La struttura, che sarà alta 28 metri, sorgerà nella zona della Fiera a Roma.


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