Segrate sotto traccia. Giuseppe Rotelli, signore delle cliniche lombarde e grande amico del Cavaliere, ha aumentato la sua quota in Rcs-Mediagroup del 2,6% nel silenzio generale.
Eppure, sia che si prenda per buona la valutazione del Sole 24 Ore che lo dà al 7,5% sia che si guardi al sito ufficiale della Consob che gli attribuisce un poco più modesto 6,5%, si tratta del terzo socio della Rcs dopo Mediobanca e la Fiat, soprattutto se si calcola la put che può ancora esercitare nel 2010 sul restante 3,35% del Banco Popolare (dal quale ha acquisito la nuova quota).
La Rcs è forse l’unica azienda italiana nella quale vale ancora il famoso detto di Cuccia secondo il quale le azioni si pesano e non si contano.
Perciò viene da chiedersi quanto pesino oggi le azioni di Rotelli in vista di nuovi assetti al vertice del principale quotidiano italiano (che ha recentamente ristabilito le distanze – seppure in una gara al ribasso – con il secondo della graduatoria, Repubblica ).
Derivati doc, anzi ipergarantiti. Da lunedì 19 gennaio esiste un nuovo mercato di titoli derivati emessi a garanzia degli accessi all’interbancario. Titoli anonimi e garantiti dalla Banca d’Italia. Una vera pacchia per le banche che non dovrebbero così avere nessun problema di liquidità, almeno a breve.
Vediamo quanto ci impiegano mondo politico e finanziario per esigere spread sempre minori su credito e mutui.
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