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Politica & Istituzioni

Reato di clandestinità: La Russa punta a mantenere il pugno duro

Il ministro della Difesa avverte il premier: "Silvio non fare marcia indietro"

di Chiara Sirna

Non contraddice il Presidente Berlusconi, ma mette le mani avanti. Sulla proposta avanzata oggi dal leader del Pdl di introdurre la clandestinità solo come “aggravante” e non come “reato”, il ministro della Difesa Ignazio La Russa sgombra il campo da equivoci. Ben venga, a patto però che “non sembri una marcia indietro”.
“Prevedere che la clandestinità sia aggravante e non reato può essere accettabile”, dice il ministro, “l’importante è che in questo modo non sembri una marcia indietro e non venga meno l’effetto deterrenza che si sarebbe avuto con l’introduzione del reato”.
“Il risultato pratico non cambia di molto, cambia però rispetto all’effetto di deterrenza”, incalza La Russa, per cui “Il messaggio della campagna elettorale, ‘mai più clandestini sotto casa’, resta valido”. Su questo ci tiene a rassicurare il proprio elettorato. Dopodichè, come raggiungere lo scopo, “spetta al Parlamento, che deciderà serenamnete”.
Intanto è proprio a Palazzo che la Lega Nord preannuncia una dura battaglia, senza esclusione di colpi. “La Lega è favorevole al reato di immigrazione clandestina e lo sosterrà in Parlamento durante la discussione del ddl sicurezza”. Parola del presidente dei deputati del Carroccio, Roberto Cota, che senza mezzi termini ricorda che “la norma è contenuta in un ddl del governo su cui c’è stato il consenso di tutta la maggioranza”.


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