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Ricerca a rischio Protezione salva

A un mese dalla decisione la commissione dei Trenta fa trapelare le prime indiscrezioni. Tra le associazioni consensi e qualche critica

di Michele Caropreso

Hanno dato ascolto a tutti o quasi. La scorsa settimana hanno ricevuto in audizione Il Forum del Terzo settore, il Summit della solidarietà, l?Anpas e le Misericordie d?Italia, senza trascurare Confcommercio e Confesercenti. I trenta membri della commissione bicamerale per le deleghe fiscali hanno voluto sentire cosa avevano da dire i rappresentanti del non profit di casa nostra prima di mettersi al lavoro. Il termine per l?espressione del parere sui decreti delegati sul nuovo regime tributario degli enti non commerciali è infatti fissato per la metà di ottobre, mentre il governo avrà tempo per l?approvazione definitiva fino alla fine di novembre. Ma i segnali, soprattutto sul versante ricerca scientifica, non sono del tutto positivi. «Cominceremo a discutere nel merito il parere sul decreto Visco martedì prossimo, subito dopo aver ascoltato quanto hanno da dire i due relatori del provvedimento», dice il presidente dei Trenta, Salvatore Biasco, «ma su come si orienterà la commissione non posso dire nulla di preciso. Abbiamo ascoltato con interesse i rappresentanti di associazioni di volontariato, cooperative sociali e altri soggetti che operano senza fine di lucro, e i punti controversi sono molti. In primo piano ci sono certamente la ricerca scientifica e la protezione civile, che sono state escluse dall?ambito di attività delle Onlus. Nessuno dubita dell?utilità di queste due attività, ma resta da chiarire se è questo il contesto adatto per riconoscere a chi le svolge le agevolazioni fiscali che chiedono». Per un presidente che ha poca voglia di parlare, un relatore che accetta di tracciare i possibili esiti di questa trattativa senza fine. È il senatore Lino De Benetti: «Sono sommerso dai fax e dai comunicati», dice, «ogni associazione ci ha scritto per difendere le proprie ragioni, e questo ci fa capire quanto sia importante il provvedimento in questione. Per quel che riguarda i punti più caldi, credo di poter dire che la protezione civile abbia buone possibilità di rientrare nell?ambito Onlus, mentre il discorso è più complesso per la ricerca scientifica. C?è infatti chi teme che una tale previsione possa agevolare soggetti che nulla hanno a che vedere con la solidarietà. Un altro tasto su cui le associazioni che abbiamo ricevuto in commissione hanno insistito è quello dell?elevazione del tetto delle donazioni alle Onlus deducibili dalla dichiarazione dei redditi. È una richiesta che ha una certa consistenza, e credo ci sia la possibilità che venga accolta. Certo, bisognerà poi vedere come si comporterà il governo, che deve dire l?ultima parola». E nelle file del Terzo settore gli umori sono diversi, così come le aspettative. «Biasco e colleghi mi sono sembrati disponibili e interessati», dice Andrea Petrucci, segretario generale del Summit, «anche se non credo ci sia spazio per grandi cambiamenti rispetto al testo licenziato a luglio dal Consiglio dei ministri. Noi ci siamo limitati a insistere sulla questione che ci sta più a cuore, cioè il recupero tra le attività Onlus della ricerca scientifica, e credo che abbiano capito l?autogol del governo. Ma, ripeto, non mi aspetto grandi risultati, perché non so quanto i Trenta intendano prendersi a cuore la nostra causa. E poi, sinceramente, non credo che ci sia nella commissione la competenza necessaria per capire fino in fondo la delicatezza della questione». Decisamente più soddisfatto e ottimista Nuccio Iovene, segretario generale del Forum. Oltre alla questione protezione civile, Iovene ha caldeggiato una revisione del regime Iva per le cooperative sociali in senso più favorevole, e la previsione della possibilità di detrarre fiscalmente le donazioni fatte non solo alle Onlus, ma anche alle associazioni di promozione sociale, come Arci e Acli: «Mi sembra che il clima sia favorevole», dice Iovene, «e credo che alcune delle nostre osservazioni saranno accolte». E se i Trenta, con i dovuti distinguo, sembrano ben disposti nei confronti del non profit, da altri settori sembrano arrivare maggiori problemi: Confcommercio e Confesercenti, nonostante il recente incontro col Forum per individuare strategie comuni, hanno continuato a sparare a zero sul Terzo settore, paventando rischi di concorrenza sleale. L’opinione di Marco Martini Si fa poco per chi dona È strano che il nostro governo non si sia adeguato alla classificazione internazionale Nace (Nomenclatura delle attività economiche europee) già esistente per le attività senza fini di lucro. E che non ne abbia seguito il criterio fondamentale per stabilire quando un?attività è d?interesse pubblico. In Italia si pensa ancora che sia pubblico solo quello che fa lo Stato, mentre in realtà è di interesse pubblico tutto ciò che è servizio alla persona. Anche se lo Stato c?entra poco o niente. In questa maniera tutto rientrerebbe nella classificazione, anche la ricerca scientifica o la protezione civile che oggi sono fuori. Il documento, poi, delude anche sotto un altro profilo: pur introducendo l?innovativo principio della deducibilità delle donazioni a favore delle Onlus, stabilisce dei limiti decisamente bassi. Ma al di là delle questioni più tecniche, credo che sia sbagliato il fondamento del decreto legge. Siamo ancora lontani anni luce dalle fondazioni Usa, un modello a livello internazionale. C?è poi la logica perversa del controllo: in Italia devi prima chiedere il permesso al prefetto, per quel che riguarda le fondazioni, e poi c?è anche il controllo del ministero delle Finanze.


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