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Rifiuti, così Napoli batte Roma

l'analisi

di Redazione

Con il 26,1% di raccolta differenziata, Napoli ha superato Roma, ferma al 25,6%. Per ottenere questo risultato ha cambiato la modalità di raccolta, passando dalla differenziata in cassonetto stradale al sistema “porta a porta”. Il percorso è iniziato due anni fa e anche nel momento peggiore della crisi i cittadini delle sei zone interessate hanno garantito il 70% medio di differenziata. Così, mentre in città le cataste di rifiuti ingombravano le strade, in quelle sei zone non si incontrava per terra nemmeno un sacchetto. Roma ha iniziato il “porta a porta” in un quartiere (Colli Aniene), ma ha affiancato a questo modello che a tutt’oggi funziona altri quattro modelli di “porta a porta” meno efficienti e con sistema duale in altri quartieri. Ha iniziato a cercare nuove discariche, a parlare di termovalorizzatori, a infilarsi caparbiamente in una strada senza uscita, già nota, già tracciata.
E così ha mostrato tutta la fragilità del suo sistema di raccolta, che ha funzionato per alimentare la più grande discarica europea, ma che, una volta riempita questa, non ha alcuna possibilità di evoluzione. Roma per un’inedia insostenibile preferisce tentare di individuare nuovi siti in un territorio sempre più densamente popolato, con una crescente consapevolezza da parte dei cittadini dei rischi per la salute e dei danni ambientali connessi e con costi pubblici in crescita, piuttosto che ridurre le quantità dei rifiuti. Eppure i cittadini sono disponibili ad aumentare la differenziata e a ridurre i rifiuti facendosi carico di nuovi comportamenti. La raccolta “porta a porta! è lo strumento adatto per aumentare la coesione sociale, in cui i cittadini consapevoli partecipano direttamente alla raccolta, controllano il comportamento delle amministrazioni e degli operatori e verificano gli esiti finali. Ma per praticare queste soluzioni è necessario che le amministrazioni siano meno sensibili agli interessi di alcuni operatori. La raccolta “porta a porta” del Comune di Napoli è stata premiata dal WWF come buona pratica nell’ambito di “Reinventiamo le città”. A Roma il WWF sostiene le comunità che si oppongono a discariche e termovalorizzatori e che chiedono una politica di riduzione dei rifiuti.
*direttore generale WWF Italia

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