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4,3 milioni di miliardi è la cifra astronomica che le nazioni del Terzo mondo devono rimborsare agli Stati ricchi. Ora Jubilee 2000 punta a una conferenza tra i governi dei G7

di Federico Cella

Un appello perché fra i Paesi del mondo si instauri una giustizia economica. È quanto chiede la coalizione Jubilee 2000, la mobilitazione globale che punta alla cancellazione, entro l?inizio del Nuovo millennio e in occasione dell?Anno giubilare, di quella parte del debito estero dei Paesi in via di sviluppo definita ?inesigibile? (unpayable) perché troppo costosa in termini di sviluppo umano. Fa impressione anche scriverlo: il debito dei Paesi in via di sviluppo nei confronti dei governi o delle banche dei Paesi ricchi equivale a circa 2.340 miliardi di dollari (una cifra che in lire supera i 4,3 milioni di miliardi), con una crescita dall?80 al ?97 intorno al 280%. È il peso dell?enorme macigno che schiaccia i governi, ma soprattutto i popoli, dei Paesi africani, dell?America Latina e del Sud-Est asiatico. Un macigno che stritola lo sviluppo di questi Paesi. Un esempio: il Mozambico negli anni passati ha destinato solo il 3% del proprio budget alla sanità, l?8% all?educazione e il 33% ai rimborsi. Di questo si parlerà nei giorni 21 e 22 settembre durante il terzo Forum internazionale sul debito estero dei Paesi in via di sviluppo, organizzato da Sdebitarsi (presso la Sala della Promoteca in Campidoglio, a Roma), il braccio italiano della campagna Jubilee 2000. Una tavola rotonda che anticipa l?incontro in Vaticano, previsto per il 23 settembre – a cento giorni esatti dall?inizio del nuovo millennio -, fra il Papa e i rappresentanti della campagna (fra cui il cantante degli U2, Bono). Il ruolo della società civile e gli strumenti del diritto internazionale per affrontare il problema del debito saranno le due principali tematiche discusse durante la due giorni romana. Un Forum che vuole proporsi come un momento di concreto confronto fra i rappresentanti degli organismi finanziari mondiali (sarà presente Axel van Trotsenburg, manager della Banca Mondiale) e i rappresentanti delle amministrazioni dei Pvs (fra gli altri, Artur Hussene Canana, sindaco di Maputo, capitale del Mozambico), con lo scopo di trovare una risoluzione al problema. Obiettivo che si conta di ottenere grazie all?intervento del Pontefice che, a seguito dell?incontro con i rappresentanti della campagna Jubilee 2000, potrebbe lanciare un appello ai potenti della Terra perché interrompano il vizioso circolo economico. «Puntiamo ad arrivare a una conferenza con i governi dei G7 prima del nuovo anno», ci spiega Luca de Fraia, responsabile di Sdebitarsi. «Il primo passo da determinare è sicuramente legato alla rapida cancellazione di quella parte del debito definita inesigibile. Ma la coalizione vuole ottenere anche una base giuridica perché una situazione di questo genere non venga a ripetersi. L?idea è di richiedere l?intervento dell?Onu per determinare un concetto di equo contratto fra Paesi poveri e ricchi.». Una nuova via economica che non può prescindere anche da considerazioni di giustizia e democrazia. Se i rappresentanti di Jubilee 2000 nei Paesi in via di sviluppo stanno chiedendo ai loro governi dove sono finiti i soldi dei prestiti, un?appunto va fatto anche per i Paesi occidentali. In Italia, per esempio, dove i vari governi si sono macchiati di prestiti miliardari, per esempio, alla dittatura militare di Mobutu in Zaire oppure di Marcos nelle Filippine. Informazioni: Sdebitarsi, c/o Movimondo, tel. 0657300330, fax 065744869, e-mail molisv.movimondo@flashnet.it. Nel web: www.unimondo.it/sdebitarsi/. JUBILEE 2000 Il debito estero accumulato dai Paesi dell?Africa subsahariana è di circa 260 mila miliardi di lire (pari all?83% del loro Prodotto interno lordo), quello dei Paesi dell?America Latina è di circa 700 mila miliardi di lire (pari al 36% del loro Pil annuo). Il megaconcerto solidale degli anni Ottanta, Live Aid, raccolse per i Paesi dell?Africa 360 miliardi di lire, che è quanto paga l?intero continente ogni settimana come rimborsi. Sette milioni: è il numero di bambini che ogni anno si potrebbe salvare dalla morte se i loro Paesi potessero investire in campo sanitario quello che invece sono costretti a destinare al rimborso dei debiti. Il Costa Rica nel 1973 ha ricevuto 12 miliardi di prestito: ha già restituito 21 miliardi e ne deve ancora dare 3. Il dittatore dello Zaire, Mobutu, ha ricevuto per scopi personali 15 mila miliardi dai Paesi ricchi. Ora è la gente dello Stato africano a doverli restituire. Le spese militari ci costano ogni anno 900 mila lire a testa. La cancellazione del debito costerebbe solo 34.200 lire. L?Italia, a fine ?97, fra Paesi in via di sviluppo e Paesi dell?Est, risultava creditrice di 78.289 miliardi di lire (prestiti pubblici e privati). Firme raccolte dalla campagna mondiale Jubilee 2000 per la cancellazione del debito estero ?inesigibile?: 17 milioni (di cui 400 mila in Italia).


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