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Rivolta leghista contro Bossi Jr
Aperti diversi gruppi su Facebook contro la candidatura del figlio di Umberto a Brescia
di Redazione

Brescia in rivolta. Il figlio del Senatùr, Renzo Bossi, è stato candidato nel collegio provinciale della città lombarda in occasione delle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo, ma apparentemente i residenti del capoluogo, fra cui molti leghisti doc non hanno gradito (E VOI DITE LA VOSTRA COL SONDAGGIO DI VITA.IT)
Così, il povero Renzo, da delfino del padre è stato declassato a “Trota” (questo il suo soprannome), per via delle sue non proprio brillanti vicende politiche (e soprattutto scolastiche, essendo stato bocciato per tre volte all’esame di maturità) ed ora è oggetto di scherno su Facebook.
Il gruppo “Contro la candidatura di Renzo Bossi a Brescia” conta già oltre mille aderenti che, al grido di “Perché il figlio di Bossi ne esce sempre bocciato” intendono rispedire al mittente (o meglio a Varese se proprio proprio) una candidatura imposta e sgradita. Creata “per quei bresciani che – si legge nella presentazione del gruppo – schifati da questa notizia, credono ancora di poter trasmettere un’immagine della propria città diversa da quella celtico-leghista.” questa iniziativa non è l’unica sul noto social network. C’è anche il gruppo “Renzo Bossi Trota Fan Club” (1700 aderenti), più scherzoso nei toni, ma non meno deciso ad esprimere la propria contrarietà alla candidatura in Regione di Bossi Jr. E ancora il gruppo “50.000 no a Renzo Bossi in Regione Lombardia!” fermo però a 600 adesioni.
Ma non basta. Sommersa da lettere e riflessioni dei proprio lettori la redazione del sito online VareseNews della città-culla del cielodurismo doc. Accuse di nepotismo, di stramberie, di malaffare, ma anche testimonianze di chi difende “il coraggio” del giovane rampollo di casa Bossi.
Non c’è che dire, nemmeno “Il Giornale” online sembra crederci fino in fondo, tanto da confondere il consiglio provinciale con il collegio provinciale di Brescia. Il figlio del Senatùr, secondo Feltri, avrebbe infatti prenotato una poltrona alla Provincia e non in Regione. Sarà. Comunque vada, l’indignazione mista a stupore e derisione sembra già ottenere l’effetto contrario. Più pubblicità, promozione e notorietà per una candidatura finora passata inosservata. Con buona pace della Leonessa d’Italia, che finirà per eleggere… una Trota.
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