Famiglia
rom, perché collaboriamo
polemiche L'Unicef ha incontrato Maroni per discutere il "pacchetto sicurezza"
di Redazione
Da subito Unicef Italia non ha ritenuto corretta la strada di una schedatura – o di un censimento, come l’ha voluto definire il ministro dell’Interno, Roberto Maroni – dei bambini rom che vivono in condizioni a volte al limite dell’umanità e ai quali, invece, andrebbero garantiti un’istruzione, il diritto alla salute e al godimento del tempo libero. Schedatura che assimilerebbe le vittime ai criminali che li sfruttano, e che creerebbe una situazione di violazione di due principi cardine della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia: la necessità di far sempre prevalere il superiore interesse del minore su qualunque altra considerazione e il fondamentale principio di non discriminazione, in altre parole il diritto all’uguaglianza fra tutti i bambini e adolescenti.
All’Unicef sta a cuore l’integrità e l’inviolabilità dei diritti dei minori, di tutti i minori, senza distinzione alcuna. La nostra azione è e rimarrà ispirata dalla prevenzione di ogni discriminazione per garantire l’opportunità di ogni bambino di vedere assicurati i propri diritti.
L’appello al confronto è stato raccolto dal ministro Maroni, che ci ha ricevuto lo scorso 3 luglio. L’incontro – cordiale ed approfondito – ci ha consentito di esaminare l’insieme dei provvedimenti che il ministro ha inserito nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, approvata il 30 maggio 2008, in particolare per quanto concerne i programmi di integrazione e scolarizzazione dei minori.
Maroni ha chiarito che si tratta di rilievi segnaletici che non sempre si traducono in rilievi di impronte digitali. Soprattutto ha assicurato che tali rilevazioni non verranno estese in modo indiscriminato a tutti i bambini rom e che comunque tali operazioni verranno effettuate nel rispetto dei diritti dei bambini sanciti dalla Convenzione Onu.
Unicef non ha la pretesa di dettare alcuna linea politica ai governi, ma ha ben presente il perimetro entro il quale svolgere con il massimo dell’impegno la propria missione. Unicef esiste ed opera nel mondo perché ce n’è bisogno. C’è bisogno di una voce forte, vigile e autorevole poiché troppe, ogni giorno, sono le violazioni dei diritti dei bambini e adolescenti, costretti a vivere in condizioni di precarietà, di disagio, di sfruttamento, sottoposti a violenze inaudite. È questa la reale emergenza.
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