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Russia: attacco a Nalchik, Putin ordina di “sparare per uccidere”.
Più di 60 le vittime dell'attacco rivendicato dagli indipendentisti ceceni del gruppo 'Yarmuk' Jamaat dei Mujaiddeen.
di Redazione
Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la chiusura della citta’ di Nalchik ed ha chiesto alle forze dell’ordine di ”sparare per uccidere” contro chiunque opponga resistenza armata.
L’attacco – rivendicato dagli indipendentisti ceceni sul loro sito Internet – ha dato la stura a ore di caotica, sanguinosa guerriglia urbana e il bilancio – fornito dal presidente di quella repubblica, Arsen Kanokov, e del tutto provvisorio – e’ pesante: hanno perso la vita 12 civili, almeno sette poliziotti e una cinquantina di ribelli. Soltanto in tarda mattina – mentre si spegnevano le sparatorie per strada e il fumo nero si alzava da un commissariato in fiamme – le autorita’ hanno annunciato che ”la situazione e’ ritornata alla normalita”’. Nel primo pomeriggio reparti speciali della polizia cercavano pero’ ancora di neutralizzare un certo numero di ribelli asserragliati al primo piano di un commissariato. Nella citta’, abitata da 260.000 persone, si e’ temuto il peggio a meta’ mattinata quando si e’ sparsa la notizia dell’irruzione di alcuni uomini armati dentro una scuola ed e’ allora subito aleggiato lo spettro di una nuova, tragica presa di ostaggi analoga a quella del settembre dell’anno scorso a Beslan che termino’ in una strage di bambini. La scuola era stata pero’ evacuata in tempo e un portavoce del governo locale ha poi smentito che sia stata invasa dagli insorti. Secondo una prima ricostruzione, tutto e’ incominciato stamattina all’alba quando gruppi di ”wahabiti” (cosi’ vengono chiamati da quelle parti tutti gli ”estremisti religiosi” islamici ostili alla presenza russa nel Caucaso) hanno dato simultaneamente l’assalto ai commissariati e alle sedi dell’Fsb e del ministero degli Interni. Allo stesso momento un commando attaccava anche un posto di frontiera della Cabardino-Balkaria e feriva una guardia. Gli attacchi sono sfociati in una caotica guerriglia urbana. Si sono uditi spari, raffiche di mitra ed esplosioni in vari punti della citta’ dove i trasporti pubblici si sono fermati. Nel timore di una nuova Beslan la polizia ha ordinato l’evacuazione delle scuole al centro – in particolare la numero 5 a ridotto di un commissariato assaltato – mentre le truppe russe hanno dovuto fronteggiare anche un gruppo di ribelli che tentava di penetrare nell’aeroporto cittadino. In Cabardino-Balkaria la stragrande maggioranza degli 800.000 abitanti e’ musulmana. Secondo una fonte del governo locale la guerriglia urbana di oggi sarebbe stata organizzata ”per distogliere l’attenzione delle forze di sicurezza da una operazione tesa a distruggere un gruppo armato in precedenza accerchiato”.
Tra i guerriglieri che hanno trovato la morte a Nalchik ci sarebbe uno dei leader della guerriglia islamica attiva nella repubblica autonoma Kabardino-Balkaria: Anzor Astemirov, considerato uno dei capi della ‘Yarmuk’ Jamaat dei Mujaiddeen, il gruppo che ha rivendicato l’attacco. Astemirov nel dicembre 2004 aveva attaccato l’agenzia anti-droga del Kabordino-Balkaria.
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