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Sanità in cooperativa

Infermieri polacchi formati che lavorano in coop italiane. Ma che possono rientrare

di Piergiorgio Greco

I primi 30 arriveranno nei prossimi mesi. Sono preparati, carichi di entusiasmo e sono diretti in alcune strutture ospedaliere convenzionate con i consorzi SolCo Ravenna e SolCo Brescia. Sono i primi infermieri reclutati in Polonia tramite un progetto promosso da Cgm. Partner, la confederazione polacca Nauwc – National auditing union of workers co-operatives e Cecop R&d, società operativa della Confederazione europea delle coop. Soggetti che, grazie a una stretta collaborazione e allo scambio di conoscenze, sono riusciti a stipulare una convenzione quadro all?interno del programma europeo Scope, indirizzato alla cooperazione con i Paesi candidati all?Unione europea. «L?obiettivo del progetto», dice Pierluca Ghibelli, responsabile dell?iniziativa, «è semplice: formare infermieri in Polonia per poterli inserire nel mondo della cooperazione sociale italiana». Si tratta di infermieri professionali già diplomati in quel Paese. «Il nostro obiettivo», rimarca Ghibelli, «è fornire a queste figure professionali sia l?imprescindibile conoscenza della lingua italiana, sia tutte quelle competenze che permetteranno a quanti arriveranno di potersi iscrivere all?albo professionale degli infermieri». E in termini di garanzie, cosa prevede l?accordo quadro stipulato? «Oltre alla formazione in Polonia», spiega Ghibelli, «che prevede un rimborso spese forfetario, agli infermieri che arriveranno in Italia verrà applicato il contratto nazionale della cooperazione sociale». Cgm, in tutto questo, si limiterà a fungere da ?interfaccia? del progetto, nel senso che particolare importanza avranno le strutture territoriali polacche e i consorzi territoriali italiani. Alle prime, ovviamente, spetterà il ?reclutamento? vero e proprio. Ai secondi, invece, il monitoraggio delle esigenze occupazionali nell?area sociosanitaria del territorio. «Ai consorzi del nostro Paese abbiamo anche chiesto di attivarsi per trovare alloggi per quanti arriveranno dalla Polonia per la durata almeno di un anno». All?aspetto ?solidale? della vicenda è stata riservata una particolare attenzione. Attualmente un infermiere polacco guadagna sì e no l?equivalente di 150 euro mensili e il più delle volte deve ricorrere a lavoro nero o a lavori extra per sbarcare il lunario. «In Italia, ovviamente, sarà un?altra musica», dice ancora Ghibelli. Inoltre, «a lungo termine», rimarcano ancora da Cgm, «miriamo a dare la possibilità agli infermieri che lo desiderino di tornare nella loro terra: per questo proporremo che quanti arriveranno in Italia possano continuare a rimanere soci delle coop polacche: la doppia appartenenza farà sì che il ?coprire? un bisogno in Italia non crei per forza uno scollamento dalla terra di origine».


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