Cultura

Sassoli un anno dopo, il ricordo delle associazioni

Agesci - in cui militò - Acli, Azione cattolica, Movimento politico per l'unità (Focolari) ricordano, a un anno dalla scomparsa, il giornalista e politico. Allo Scout Center di Roma, tanti amici che condivisero con lui l'impegno associativo, la professione, la politica. E un libro di Claudio Sardo che ne raccoglie i discorsi

di Barbara Polidori

L’Europa non è un incidente della storia, ma la storia dell’Europa è scritta sul dolore». È con queste parole che Acli, Agesci, Azione Cattolica e Movimento Politico per l’Unità ricordano, a un anno dalla sua scomparsa, David Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo, che così intervenne nel luglio 2019 ufficializzando il suo insediamento a Bruxelles.

David Sassoli ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’Unione europea e nell’orizzonte dell’associazionismo post pandemia. Il suo operato è diventato fonte di ispirazione non solo per l’etica politica, ma soprattutto come cristiano al servizio del bene comune, a cui ha dedicato tutta la sua carriera prima come giornalista, poi come parlamentare. Prima di essere un politico, Sassoli è stato soprattutto un uomo ispirato dai valori europei e promotore di un europeismo che nel libro La saggezza e l’audacia, presentato il 16 febbraio presso Roma Scout Center, emerge in tutta la sua forza.

«Da grande comunicatore è riuscito a trasmettere l’incrollabile fiducia nel progetto europeo», ha raccontato Silvia Costa, ex membro del Parlamento europeo, che insieme a Sassoli ha condiviso dal 2009 l’impegno politico del Partito democratico, «David ha reso sicuramente più politico il ruolo del presidente non per una sua forma di affermazione personale, ma perché riteneva che il ruolo del Parlamento dovesse essere sempre più centrale e a cardine della democrazia europea, diventando motore di una politica che richiamasse i valori di fratellanza e solidarietà».

La visione solidale di Sassoli si dipana nei cinquantasei discorsi de “La saggezza e l’audacia”, raccolti nel libro a cura del giornalista e scrittore Claudio Sardo, con la prefazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il libro ripercorre la carriera dell’ex presidente del Parlamento europeo in tre momenti salienti: uno dedicato ai discorsi tenuti a Strasburgo e a Bruxelles, gli interventi in Italia e infine le parole che Sassoli tenne in occasione del Consiglio europeo, a nome del Parlamento europeo.

Testimone di dolore e portatore di rinascita

Venuto a mancare l’11 gennaio 2022, David Sassoli è stato un punto fermo per gli italiani e gli europei uno dei momenti storici più dolorosi. «Ha svolto la presidenza in uno dei momenti più difficili forse degli ultimi vent’anni, quando la pandemia rischiava di mettere in ginocchio l’Europa», precisa Costa, raccontando del suo polso fermo con cui, «si rifiutò di rispondere all’emergenza come avvenne nel 2013, quando vi erano una crisi economia e finanziaria, evitando il rigore e la chiusura e riprendendo la prospettiva degli investimenti di solidarietà, incoraggiando il senso di unità dei Paesi».

Sassoli fu infatti uno degli artefici di quella che è conosciuta come “maggioranza Ursula”, considerata tra le soluzioni per debellare la crisi politica e sorta per sostenere la Commissione europea nel suo operato, allargando il peso delle Commissioni europee per abbracciare soluzioni per la crescita comunitaria, come il Green new deal, lo sviluppo sostenibile e il sociale. «Si rifiutò per esempio di chiudere il Parlamento europeo durante la pandemia, convincendo i parlamentari e i funzionari che le istituzioni dovessero avanti e, attraverso il voto elettronico, permise di non interrompere il funzionamento democratico», prosegue Costa, «Senza di lui oggi non ci sarebbero stati il Pnrr, il Next Generation Eu e l’innovazione a cui ha portato. Ha aperto inoltre le porte del Parlamento europeo alla popolazione durante la pandemia, un atto rivoluzionario per sfamare le persone in difficoltà o creare un hub per le vaccinazioni a Strasburgo».

Come emerge dai discorsi citati dal libro, i diritti, la solidarietà e la cooperazione sono tornati centrali nell’agenda parlamentare europea durante il mandato di Sassoli, dando risonanza a temi come la povertà, l’ecologia, la misericordia, argomenti che le associazioni ricollegano anche ai valori del segno evangelico. «David ha avuto il merito di praticare una nuova mediazione del servizio politico», spiega l’autore del libro Claudio Sardo, «Ha incentivato per esempio la cooperazione intera dell’europea sui vaccini, facendo sì che gli strumenti della pandemia fossero acquistati o gestiti completamente dalla Commissione europea e non dagli Stati membri».

Uomo politico e al servizio del bene comune

Parlando a nome di un’Europa che fosse “casa del bene comune”, Sassoli tentò durante il suo mandato di rispondere a quella “fame di giustizia” di cui Aldo Moro, tra le sue figure ispiratrici, parlava nel ’43. «Se la politica era prima sinonimo di gestione opaca del potere, David invece non si è mai arreso, non ha mai pensato che il fine giustificasse i mezzi, semmai ha sempre cercato di spiegare la giustezza del fine, difendendo da cristiano la laicità sia rispetto all’integralismo religioso, sia rispetto all’integralismo laicista», così lo ricorda Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, «David ci parlava e ci parla ancora perché ha da dirci qualcosa di diverso, di non utopico, sulla crisi economica, sulle migrazioni, sulla crisi di identità dei temi sovranazionali, l’appannamento della globalizzazione, il nazionalismo, lo spaesamento di fronte ai cambiamenti climatici, la crisi dell’occupazione, l’esplosione della città digitale e dell’inciviltà digitale, la crisi del concetto di bene comune, la crisi del dialogo, il cambiamento del concetto stesso di guerra e di pace, parlandoci sempre al futuro».

«La precondizione di ogni convivenza civile lui l’aveva intuita, anche nel denunciare gli attentati costanti alla libertà e nel riconoscere la peculiarità dell’Europa nel mondo, come porzione di umanità in cui la libertà va coltivata ogni giorno», ripercorre Argia Valeria Albanese, presidente nazionale Movimento politico per l’Unità, «In questo ritroviamo il suo profondo essere cristiano, nel riconoscere l’uomo come fratello e nell’affermazione senza mezze misure dei suoi valori profondi».

L’eredità di Sassoli, testimone di un’era sui diritti umanitari

«David ha dato alla sinistra europea un contributo fondamentale che non può più ignorare», è intervenuto Sardo, «Se la sinistra continuerà a pensare solo a un dialogo privilegiato con il liberalismo, è destinata però a un declino inesorabile: senza un dialogo proficuo con la cultura e con l’esperienza dei cristiani coraggiosi, senza un confronto col pensiero ambientalista e l’orizzonte del pensiero comune, con la cultura della differenza, che trae origine dal femminismo, la testimonianza dei volontari che dedicano la loro vita alla cura degli altri, non ci sarà mai una rigenerazione culturale del politico. Questo per dire che David non è stato solo un testimone di un’era: ci ha lasciato un testimone».

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