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Scacco matto sul Danubio

«I due vecchi stavano sulle panche, suonava l’allarme aereo ma loro non si spostavano da lì.A Belgrado, nei giorni dell’odio....

di Erri De Luca

In tempo di guerra do più ascolto ai poeti, ai loro versi di telegrafo, a scatti di parole pagate, ben pesate. A Belgrado a maggio di quest?anno sotto il cielo di nessuno avevo con me questa poesia di Dylan Thomas (Swansea, Galles 1914 – New York 1953). Dalle bombe tedesche su Londra estrasse dei versi e un titolo: ?Tra gli uccisi dell?incursione aerea dell?alba c?era un uomo vecchio di cent?anni?. La traduzione è mia, la feci qualche anno fa nel mio peregrinare tra Roma e Sarajevo alla ricerca di un Europa di cui essere fieri. All?indomani della pioggia di bombe sull?ambasciata cinese a Belgrado con la sua scia di sangue, ho riletto la poesia di Dylan Thomas, compagno dei miei inutili viaggi nei Balcani in questa povera fine di millenio. Nell?ultimo maggio del secolo gli anziani di Belgrado sciamano per le strade. Insieme a uno sfaccendato venuto da altro sud, raggiungevano il parco sull?ipsilon di acque di Danubio e Sava. Giocavano a scacchi seduti alle panche. Suonava l?allarme di giorno e non si spostavano di lì. Non si facevano togliere la primavera da nessun cielo di bombe. A Belgrado ho visto che il gioco degli scacchi, gli anziani e il mese di maggio erano un?alleanza più forte della guerra.

Erri De Luca: lo scrittore della realtà
Nato a Napoli nel 1950, Erri De Luca è forse l?unico esempio italiano di scrittore che non ha mai rinunciato al suo primo mestiere di operaio che, dice lui, gli permette di rimanere a contatto con la realtà. Studioso di ebraico e della Bibbia, ha pubblicato, tutti da Feltrinelli, diversi romanzi tra cui segnaliamo Tu, mio (1998) e quello dell?esordio Non ora, non qui, del 1994.
Dylan Thomas: poeta magico e maledetto
Dylan Thomas è nato nel 1914 in Galles. Già a 20 anni pubblicava il primo libro di poesia, componimenti già permeati di quello spirito magico che aveva assorbito dalla cultura celtica. È stato anche giornalista e sceneggiatore cinematografico. Per la sua vita sregolata, devastata dall?alcol, morì giovanissimo a New York, nel 1953. Le sue poesie sono pubblicate da Einaudi. Guerra,qualche libro dai soldati della pace É arrivata la guerra, poi un giorno è tornata la pace. Anzi no. C?è ancora la guerra. Oggi, ieri, duemila anni fa. La guerra, il leit motiv della storia dell?umanità è sempre stata raccontata dalla letteratura, da Omero fino ai giorni nostri. Così abbiamo chiesto ai dirigenti di associazioni, leader di organizzazioni che ogni giorno combattono in mezzo a piccole e grandi battaglie, di consigliare, ai voi lettori, alcune letture sul tema. Per capirne di più, forse. Ma anche per approfondire un fenomeno, quello dell?odio e della violenza, che non si limita solo ai grandi esodi, alle pulizie etniche, ma si riflette anche nelle nostre strade, delle nostre città, sotto sembianze diverse. Claudio di Blasi, dell? associazione obiettori non violenti, ha scelto due testi: un classico della narrativa bellica, (Vita l?ha proposto con lo scrittore Guido Conti la scorsa settimana) Niente di nuovo sul fronte occidentale, in cui Erich M. Remarque fa raccontare a una recluta la prima guerra mondiale (Il giorno in cui il soldato muore, nel 1918, il bollettino di guerra recita ?Oggi niente di nuovo sul fronte occidentale? perché in guerra la morte di una persona non è certo un avvenimento) e Il signore delle mosche del premio Nobel William Golding. «Una guerra fatta da bambini che naufragano su un?isola deserta», dice Di Blasi.« Lì si inventano un Dio e una persecuzione, ricreando le stesse perversioni del mondo degli adulti e dimostrando che è difficile nascere e vivere innocenti in un mondo come il nostro». Per Luigi Bobba, presidente delle Acli, in pole position c?è La Storia di Elsa Morante, «Una grande riflessione tolstoiana sulla quotidianità della guerra, l?intreccio fra il bene e il male. La guerra che scrive il destino delle persone e serve per scoprire il significato della vita». Per don Antonio Mazzi, varrebbe la pena di rileggersi I Ragazzi della via Paal, di Ferenc Molnar, «Una vicenda attuale che parla di adolescenza, violenza, perdono e riconciliazione. Di guerriglia urbana, di disagio, ma soprattutto anche un?indicazione pedagogica su come andare incontro alla violenza degli adolescenti». La scelta di Carlo Garbagnati, direttore del giornale Emergency, dell?omonima associazione che si batte contro l?uso delle mine antiuomo, cade su L?assedio di Lisbona, del premio Nobel portoghese José Saramago. «Una storia medioevale raccontata da un giornalista un po? disgraziato che descrive le atrocità, le abominie, e arriva a rendersi conto che, davanti alla ferocia della guerra, non esistono solo due modi di porsi, autodistruggersi o tapparsi gli occhi, ma si può anche conviverci». E non poteva certo mancare Guerra e Pace di Tolstoj indicata da don Oreste Benzi, della comunità Papa Giovanni XXIII, «che insegna a capire la storia attraverso una norma aberrante sintetizzata dal detto romano: se vuoi la pace preparati alla guerra. E non è un caso se oggi ci sono studi internazionali che analizzano la situazione geopolitica per capire quando sia meglio intervenire e far scoppiare una guerra, di cui l?uomo è solo uno strumento».


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