Anteprima magazine

Scudetto della sostenibilità sociale: Juve prima, Napoli in B

Nel magazine di giugno, VITA svela chi vince il Campionato della Csr 2025. Gran colpo dei bianconeri, che dopo due secondi posti vincono in volata sul sempre competitivo Milan. E il club campione d’Italia? Praticamente non pervenuto. Ci vorrebbe un altro miracolo, più che di San Gennaro, del presidente De Laurentiis

di Nicola Varcasia

Qual è la squadra di Serie A che “segna più gol” nel campo della responsabilità sociale? Fuori dagli stadi (e di metafora), che cosa fanno i grandi club per le iniziative a sfondo sociale? Quale rapporto instaurano con la comunità e il territorio? Partendo da queste domande, tre anni fa VITA ha lanciato il primo Scudetto della Csr, giunto alla terza edizione, che troverete nel numero di giugno del magazine.

Chi vince e chi perde

L’albo d’oro di questo speciale torneo racconta che le prime due edizioni, il 2023 e 2024, sono state vinte dal Milan. I rossoneri si erano lasciati alle spalle la Juventus e la Roma. Quest’anno, invece, dopo aver tallonato i rossoneri, è proprio la Juve a spuntarla. I bianconeri hanno raggiunto la cifra tonda di dieci punti, il massimo per ciascuna delle cinque categorie. Troverete nel numero del magazine tutti risultati con la descrizione dei “gol” più belli e anche delle “papere” in cui qualche squadra è incappata. La papera principale è a carico del Napoli. Nonostante gli scudetti conquistati alla grande sul campo di gioco, gli azzurri non si schiodano da un pesante ultimo posto in classifica. Urge certamente una pianificazione delle attività da parte del club guidato dal presidente Aurelio De Laurentiis.

Si gioca

L’analisi delle principali attività svolte dai club è svolta in base a cinque parametri. Sono stati realizzati grazie alla collaborazione della professoressa Chiara D’Angelo dell’Università Cattolica. Essi riguardano: approccio strategico al tema, continuità di intervento, approccio multi-stakholder, attenzione alla comunicazione, strumenti di rendicontazione. Poi ci sono le partite, che vengono “giocate” confrontando le informazioni delle squadre disponibili sui loro siti internet e sui loro bilanci di sostenibilità, quando presenti (in realtà sono più rari dell’oro). Altra fonte per le informazioni è il Community soccer report che ogni anno raccoglie trend, best practice e problematiche nel campo della responsabilità sociale nelle squadre di vertice del calcio. La redazione assegna al termine dei confronti il punteggio finale.

Come si fa un gol solidale

Ma come vengono assegnati concretamente i punti? Nell’approccio strategico, ad esempio gli elementi presi in considerazione riguardano: la presenza (o assenza) di un dipartimento o di un’area della Società dedicati alla Csr, di una figura professionale con specifiche competenze sulla sostenibilità e la definizione di aree di intervento.

La risposta totalmente positiva a ciascuna di queste tre “sotto categorie” determina il massimo del punteggio. Spesso non vengono pubblicate dai club indicazioni chiare, ma solo riferimenti vaghi all’impegno in campo sociale o alla partecipazione alle iniziative promosse dalla Lega Calcio. Il punto dolente anche nella classifica di quest’anno è proprio questo, anche se in generale si è riscontrato un lieve miglioramento in media.

Le categorie

Non a caso, la categoria che continua a mostrare punteggi prossimi allo zero, anche da parte di squadre blasonate, è quella della rendicontazione degli impatti. Questo è il chiaro segnale che nel complesso manca ancora una volontà strategica in questo campo. Il che non significa che questo o quel presidente o giocatore non siano persone “generose”. Oppure che quella singola squadra non si impegni una o due volte all’anno in un’iniziativa benefica di grande rilevanza con annesso richiamo mediatico (più o meno meritato). Ma un’attività continuativa e multi stakholderdi responsabilità sociale, grazie alla quale ci si impegna a restituire alla comunità e al territorio una giusta parte di quanto viene generato indica chiaramente un altro livello della questione.

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Nella foto: Aurelio De Laurentiis (LaPresse)

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