Non profit

Scudo, strategia della fretta

di Redazione

Paradisi delle mie brame. Non c’è giorno che non si legga notizia di inseguimento del fisco di qualche latitante della tasse. Di prede vere infilzate con lo spiedo a dire il vero se ne sono viste poche, sembra più una battaglia furiosa alla don Chisciotte e Sancho Panza. Una ragione c’è: dal 15 settembre scorso è attivo lo scudo fiscale, il condono per i beni illegalmente esportati. Il termine per le emersioni è stato indicato al 15 dicembre e la data si avvicina ogni giorno di più: ci siamo già mangiati quasi un mese e mezzo di scudo. L’obiettivo è ambizioso: 100 miliardi di regolarizzazioni per un introito intorno ai 5 miliardi, indispensabili per salvare le casse pubbliche. Avanti, evasori, rientrare in massa e in fretta per salvare il Paese.
Una scossa d’energia. Si parla tanto di banche ma il vero settore in fibrillazione è quello energetico: tutti i titoli del settore sono sotto pressione e non è solo per l’arrivo dei primi freddi. Intanto si avvicina la conferenza di Copenhagen dove ci si attende una frenata su emissioni nocive e tetti.

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