Sarà l’anno della svolta, il 2010, nel rapporto tra i fondi pensione italiani e l’investimento socialmente responsabile o Sri? Forse. Certo è che la situazione italiana è anomala in Europa. In Italia il mercato Sri, che vale due miliardi di euro, è quasi tutto retail, con gli investitori istituzionali, fondi pensione compresi (la previdenza complementare vale circa 68 miliardi di euro), lontani dal 10%. È il contrario in Europa, dove i fondi pensione gestiscono l’80% degli investimenti con criteri Esg (environmental, social and governance). Una situazione che pare logica perché il fondo pensione guarda per sua natura al lungo periodo e lo Sri offre i benefici più elevati proprio su orizzonti d’investimento allungati.
In Italia qualcosa ora sembra muoversi. Secondo una recente ricerca, il 20% dei fondi pensione italiani utilizza criteri di selezione Esg e un altro 20% sta valutando di farlo, specie i fondi negoziali spinti dalle richieste dei propri aderenti. Alla fine del 2009, Etica sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Etica che colloca solo fondi Sri, ha ampliato la sua offerta consulenziale agli investitori istituzionali, segno che il mercato dovrebbe cominciare ad esserci. E dal 1° gennaio il fondo pensione di Banca Mps, che già aveva una linea d’investimento Sri, ha abbracciato per intero l’approccio Esg. «È presto per una valutazione di merito», dice Walter Bottoni, vicepresidente del fondo. Che aggiunge: «È giunto il momento di invitare gli aderenti a guardare in profondità cosa c’è dentro i propri portafogli previdenziali».
Tre indizi fanno una prova? Di solito sì, specie se ce n’è anche un quarto: Fisac-Cgil, il sindacato del settore credito e assicurazioni, sta organizzando per la primavera un convegno sui fondi pensione dove l’accento sarà proprio sulla maggiore attenzione allo Sri. Ma su quali leve si può agire per far compiere ai fondi pensione italiani, se non un balzo, almeno qualche passo in più verso lo Sri? «Servirebbero un po’ di prediche, di sani obblighi e di incentivi», dice simpaticamente Davide Dal Maso, segretario del Forum per la finanza sostenibile, che sta lavorando a un Quaderno Mefop su fondi pensione e Sri. «Ci vorrebbe più pressione dal basso», dice. «E vedo con un certo favore un intervento di regolazione sugli standard minimi di comportamento delle imprese internazionalmente riconosciuti».
La situazione in Italia è diversa anche perché «il sistema pensionistico è più giovane», dice Paolo Sardi, ceo di Ecpi International, società attiva nel campo degli investimenti Esg, «e solo ora è arrivato a considerare in modo serio e professionale la questione Esg. All’estero non si discute più se sia o meno una possibile opzione, ma come implementarla. Serve uno sforzo sul versante education, perché occorre approcciarla correttamente».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.