Per l’Istat in Italia ci sono 2 milioni 615mila anziani non autosufficienti (anche se non è mai nato l’Osservatorio previsto dalla legge 328/2000, che doveva contarli). E visto che nel 2030 in Italia gli over 65 saranno 1 su 3, la questione è destinata a crescere. Michele Mangano, presidente di Auser, ne è consapevole. È la politica a non esserlo: «Non saremmo l’unico Paese d’Europa rimasto senza una legge ad hoc».
Vita: Qual è il problema specifico posto dagli anziani non autosufficienti?
Mangano: Parlando di anziani, che l’autosufficienza la perdono per una miriade di ragioni, diventa ancora più cruciale pensare a un percorso individualizzato di presa in carico, che comprenda anche servizi non sanitari, come la badante. Nei Lea manca ancora una riabilitazione più personalizzata, ma il sistema funziona. La tragedia sono i Liveas.
Vita: Perché?
Mangano: Non sono considerati, come se una prestazione sociale fosse meno rilevante di un servizio sanitario! Serve un segretariato sociale come punto unico di accesso alla rete dei servizi, un’assistenza domiciliare integrata, la definizione dei profili professionali degli operatori. Ma servono anche soldi, che per il sociale sono pochissimi. Non possiamo continuare a chiedere partecipazioni più alte alle famiglie: ricordiamoci che un anziano non autosufficiente incide per almeno 800 euro al mese sul bilancio famigliare.
Vita: Cosa può cambiare la situazione?
Mangano: Una legge ad hoc sulla non autosufficienza, un finanziamento di 10 miliardi di euro, e il superamento della logica risarcitoria dell’assegno di accompagnamento, in favore di una presa in carico individualizzata.
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