Non profit
Servizio civile. Arci: “con noi lo Stato risparmia”
Presentato il rapporto 2004. Il dopo naja però "presenta ancora troppe ambiguità"
di Redazione
Il Servizio civile del dopo-naja prosegue tra ambiguita’ e nodi ancora non sciolti. Tra questi le ”priorita’ tra di loro contraddittorie” che gli vengono assegnate, assenza di programmazione, incertezza sul ruolo effettivo di Regioni e Province. L’atto di accusa viene dall’Arci, uno degli enti maggiormente impegnati sul fronte dell’obiezione di coscienza prima e del Servizio civile poi che proprio stamane ha presentato a Roma il suo ”Rapporto 2004”, una sorta di ”bilancio sociale” di questo servizio che nel 2004 ha visto impegnati oltre 3 mila giovani.
Nel rapporto, tra le altre difficolta’ messe in rilievo, vi e’ quella del numero dei ragazzi impiegati nel Servizio civile che il ministro Giovanardi aveva indicato nello stesso numero degli obiettori ma che, invece, si fa notare ormai si e’ collocato non oltre le 60 mila unita’. Altri ”mali” dell’attuale servizio civile quello dell’allungamento ”a dismisura” dei tempi di attesa per le richieste di accreditamento, per l’approvazione dei progetti e l’avvio effettivo dei progetti e la permanente mancanza di ”sedi di partecipazione” dove i giovani possano esprimersi. Eppure, nota sempre il Rapporto, una realta’ come l’Arci solo nell’anno passato ha potuto avviare, grazie al lavoro svolto dai giovani del servizio civile, ben 563 progetti soprattutto nell’area della promozione culturale ma anche assistenziale.
”L’investimento pubblico effettuato attraverso l’Ufficio nazionale per il Servizio civile per le attivita’ di servizio civile nazionale svolte presso Arci Servizio civile nazionale nel 2004 – si legge ancora nel rapporto dell’Arci – ammonta, secondo le nostre stime, a poco piu’ di 14 milioni di euro. A fronte di tale investimento, le ricadute positive sulla popolazione sono quantificabili, attraverso la stima del valore delle attivita’ prestate dai volontari e dalle volontarie, in circa 22 milioni di euro”.
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