Non profit

Servizio civile: bravi ad aver dato la sveglia

di Redazione

Oggi ho deciso di “staccare la mente” per cinque minuti dalle adozioni internazionali ? difficile esercizio – per tornare a riflettere un po’ sul servizio civile, impegno di più di vent’anni della mia vita. E nel farlo ho anche deciso di far pubblicare sul sito di Enzo b e sulla nostra pagina Facebook l’appello di Vita a favore di un servizio civile obbligatorio e ad invitare chiunque acceda alle nostre pagine a firmarlo. Perché?
Perché di impegno civile, di servizio alla Patria, di senso dello Stato, di servizio al prossimo c’è sempre bisogno e tanto più ora. Non c’è mai stato un momento storico in cui il mondo non abbia avuto questa necessità, per cui non dirò che adesso ce n’è più bisogno che mai, ce n’è sempre stato bisogno e il mondo degli adulti non può sottrarsi alla funzione educativa e pedagogica che gli è propria nei confronti dei giovani. Certo è che oggi il mondo adulto o si sveglia oppure i giovani ne pagheranno le conseguenze.
Qualche anno fa, quando qualcuno di noi si era azzardato a dire che aveva senso costruire un servizio civile obbligatorio, appoggiando la proposta di legge dell’onorevole Beniamino Andreatta, ci avevano spiegato che era antistorico e che i giovani non avrebbero accettato un obbligo, non andava più di moda. E così sono bastati pochi anni per rendere quello che era un fiore all’occhiello dell’Italia, un fenomeno residuale, paragonabile ad uno stage di lavoro remunerato per poche migliaia di ragazzi.
Se vogliamo che il servizio civile torni ad essere potente motore dell’impegno dei giovani, siamo noi, gli adulti, a doverci mettere dentro un di più di passione e impegno, coinvolgimento, risorse economiche, sociali e umane, a dare l’esempio, per renderci credibili e coerenti nel momento in cui vogliamo “imporre” un dovere ai nostri ragazzi, un sorta di nuovo rito di passaggio in una società liquida. Ma qualora il servizio civile rimanesse volontario, non lasciamolo morire d’inedia e indifferenza, vi prego! Sono rimasti così pochi gli spazi di impegno formativo e sono quanto mai necessari, perché il bene ha strade più difficili da percorrere, chiede di più, molto di più.
Secondo Hannah Arendt il male prospera laddove l’individuo è incapace di partecipazione civile: «Corazzando la gente contro i rischi dell’analisi, li abitua ad accettare immediatamente qualunque regola di condotta vigente in un dato tempo e in una data società. La gente è abituata a non prendere mai decisioni» (in La disobbedienza civile ed altri saggi). Quindi avete fatto bene ha dare la sveglia.
Cristina Nespoli, presidente Associazione Enzo b

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