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SERVIZIO CIVILE. Luci e ombre nel dossier Zancan

Presentata al Senato l'indagine. Il volontario tipo ha più di 23 anni ed è donna. Esperienza umana e sociale positiva, ma controversi i risultati sul fronte "crescita professionale"

di Redazione

di Lucia Ritrovato

Valutare l’efficacia del servizio civile per i giovani che scelgono quest’esperienza, per gli enti che li ospitano e per gli utenti che hanno “subito” in positivo il servizio. Questo lo scopo dell’indagine promossa dall’Ufficio Nazionale per il servizio civile con la Fondazione Zancan di Padova presentata ieri al Senato alla presenza del sottosegretario, con delega al servizio civile, Carlo Giovanardi.

La ricerca, dal titolo Valutare il servizio civile. Volontari, enti e utenti a confronto, ha coinvolto 3.244 persone ed è stata effettuata attraverso due questionari online. Un primo rivolto ai ragazzi che si trovavano in fase di avvio al servizio nel periodo ottobre-dicembre 2007, l’altro a quelli che invece si trovavano in fase conclusiva.

Il volontario tipo, secondo il volume presentato dal direttore della Fondazione Tiziano Vecchiato, ha un’età media di 23 anni e mezzo, il 75% è costituito da ragazze, ha come titolo di studio il diploma superiore (65% dei casi), ma c’è anche un 30% che è in possesso di laurea. All’inizio del servizio emerge soprattutto l’esigenza di voler vivere quest’esperienza per “fare qualcosa di utile per gli altri” (76%), per “entrare in contatto con problematiche sociali” (61%), per “realizzarsi come persone” (59%).
Al termine dell’esperienza, risulta confermata dai volontari l’importanza delle motivazioni di carattere “pro sociale” e di realizzazione personale. L’utilità più elevata è stata riscontrata nello sviluppo di nuove relazioni umane, nel miglioramento delle capacità di relazione (“comunicare in modo efficace” passa dal 59% al 66%, “sostenere una discussione con chi la pensa diversamente” dal 60% al 64%) e nella crescita personale (la capacità di “conoscere i propri punti di forza” passa dal 50% al 61%).

Più discutibili e controversi invece i risultati sul fronte della crescita professionale. I volontari non esprimono un miglioramento significativo in questo senso e alcuni indicatori presentano un’evoluzione positiva, altri un po’ meno. In generale si evidenzia che all’aumentare delle ore di formazione aumentano le valutazioni positive dei volontari.

La seconda parte della ricerca ha coinvolto invece 732 enti, per lo più enti locali (41%) ed enti di assistenza sociale e sociosanitaria (25%). Per quanto attiene la formazione generale, non tutti gli enti hanno rispettato l’impegno di ore minimo stabilito per legge. La maggior parte di loro, comunque, ha predisposto percorsi formativi di una durata compresa tra 30 e 50 ore.
Oltre il 96% degli enti ha dichiarato l’ottimo impatto della presenza dei volontari nel ruolo di integrazione rispetto alle funzioni svolte dagli operatori dell’ente.
Nella ricerca c’è anche una sezione qualitativa che attraverso interviste di gruppo, ha analizzato l’impatto del Servizio Civile per i destinatari dei servizi. Si conferma la percezione generale positiva dell’esperienza: i gruppi di persone ascoltate, infatti, apprezzano l’aiuto ricevuto, l’accompagnamento in percorsi educativi e di inserimento sociale e lavorativo.

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