Giovani
Servizio civile: pace, partecipazione e valorizzazione della competenze siano le basi del Piano triennale 2026-2028
Serve anche un maggior impegno del Governo per far conoscere il servizio civile. L'intervento della portavoce del Forum del Terzo Settore e della presidente della Conferenza nazionale enti per il servizio civile
di Vanessa Pallucchi e Laura Milani

Entro la fine di quest’anno, il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, dovrà emanare il Piano Triennale del Servizio Civile Universale 2026-2028. Un atto fondamentale per indirizzare il contributo del Servizio Civile Universale alla coesione e allo sviluppo del Paese, in quella modalità civile e nonviolenta di difesa del Paese e promozione dei valori costituzionali che richiede la legge che regola il servizio civile.
Negli ultimi mesi, il Forum Terzo Settore e la Cnesc-Conferenza nazionale enti per il servizio civile hanno condiviso un percorso importante di elaborazione di proposte migliorative. Entrambe queste due realtà sono in grado di offrire un rilevante contributo per la buona riuscita del piano: rispetto al bando 2024, il Forum, attraverso i suoi soci, ha proposto il 41% dei posti di servizio civile in Italia (circa 24mila su un totale di oltre 61mila) e il 67% di quelli all’estero (927 su 1.383). La Cnesc rappresenta quasi il 40% degli enti di accoglienza iscritti all’albo e il XXIII rapporto annuale evidenzia come i suoi enti abbiano investito nel 2023 per l’attuazione del servizio civile quasi 134 milioni, impiegando 12.298 risorse umane a livello locale e 1.256 a livello di strutture di gestione.

Le nostre proposte per il prossimo piano triennale si sviluppano lungo tre linee direttrici.
La prima è quella della pace: crediamo che, in questa fase di esplosione di nuove guerre e acutizzazione di vecchi conflitti, sia imprescindibile sottolineare ancor di più il valore del servizio civile per costruzione di pace, la difesa nonviolenta della Patria, la promozione dei principi costituzionali. Proponiamo quindi che si inserisca, tra i documenti di riferimento, l’Agenda Onu “Giovani, Pace, Sicurezza”; che si sottolinei, rendendolo più esplicito, il contributo dello Scu alla soluzione pacifica dei conflitti; che si operi per offrire più informazioni e momenti di confronto ai giovani sulla situazione internazionale attuale. Proponiamo anche di potenziare e valorizzare sempre più l’importante esperienza dei Corpi civili di pace.
La seconda linea direttrice è la promozione della partecipazione e dell’impegno civico dei giovani. Il bando 2022 per la selezione di 71.550 operatori volontari è stato nella storia del servizio civile quello con il maggior numero di posizioni finanziate, ma ha mostrato anche la necessità di aprire una riflessione su come favorire la partecipazione dei giovani, evitando letture superficiali che non tengono conto, ad esempio, di fenomeni complessi che riguardano le nuove generazioni come l’impatto della pandemia, della precarietà lavorativa e vari altri cambiamenti sociali, culturali, economici. La sfida è contrastare, anche grazie all’esperienza del Scu, quel senso di impotenza e sfiducia sempre più diffuso tra i giovani, rilevato peraltro anche da una recente indagine del Dipartimento con Swg. Da questo punto di vista, accanto alla misura che riserva il 15% dei posti nei concorsi della pubblica amministrazione per i giovani di servizio civile, occorrono interventi che riducano la dispersione delle domande: ad esempio, favorendo la mobilità sul territorio nazionale attraverso misure di accoglienza per i giovani non residenti nei territori con carenza di domande.
Serve poi un impegno concreto sul piano della comunicazione. Purtroppo, in larga parte dei giovani che presentano domanda, è ancora scarsa la conoscenza del Scu: chiediamo una comunicazione istituzionale, che integri e rafforzi quella oggettivamente limitate che possono realizzare i singoli enti, e che si svolga in anticipo e non a ridosso della presentazione delle domande, nelle scuole e nelle università. Anche comunicare i risultati ottenuti con gli interventi progettuali servirebbe a promuovere e dimostrare l’efficacia di questo istituto.
Infine, la terza linea direttrice riguarda la valorizzazione delle competenze: il decreto del luglio 2024 apre una sfida importante e sappiamo che sarà cruciale la fase di attuazione dei principi contenuti in quel provvedimento, per la valorizzazione di ciò che i giovani acquisiscono in contesti non formali come appunto il servizio civile. Il Forum Terzo Settore e Cnesc sono fortemente impegnati, da anni, su questo fronte, anche con la formazione di tecnici per l’individuazione e la messa in trasparenza delle competenze e, ancora una volta, chiedono un reale coinvolgimento.
Preoccupati da alcuni atti unilaterali che si sono manifestati in questi mesi, chiediamo che il Dipartimento realizzi veramente un percorso partecipato per la costruzione del Piano triennale e dei provvedimenti collegati, passando anche dalla valorizzazione della Consulta nazionale del servizio civile. Perché sarà proprio l’auspicata collaborazione la base per il successo del nuovo piano.
Vanessa Pallucchi, è la portavoce del Forum Terzo Settore
Laura Milani, è la presidente della Cnesc (Conferenza nazionale enti servizio civile)
Foto/Archivio VITA: Francesca Noberasco, volontaria in servizio civile della Fondazione Francesca Rava
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