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Shalit: riunioni fiume tra i ministri chiave
Netanyahu e altri 7 ministri si sono già riuniti 4 volte nelle ultime 24 ore per decidere se liberare un migliaio di detenuti palestinesi in cambio di Shalit
di Redazione
I principali ministri del governo israeliano si sono riuniti questa mattina per la quarta volta in 24 ore per decidere se approvare lo scambio di prigionieri con Hamas per giungere alla liberazione del soldato Gilad Shalit, rapito tre anni fa. Chi decide “deve sapere che ci possono essere due risultati, una sentenza di morte per Gilad o la sua liberazione”, ha dichiarato questa mattina la madre del soldato, Aviva, in un drammatico appello alla radio israeliana. Il primo ministro Benyamin Netanyahu e altri sei ministri del cosiddetto “forum dei sette” hanno avuto ieri tre lunghissimi incontri, ma appaiono sempre divisi sull’opportunita’ di liberare un migliaio di detenuti palestinesi in cambio di Shalit, fra cui ci sono condannati per gravi attentati terroristici. “Sono pronto a spingermi lontano per un accordo su Shalit, ma non faro’ compromessi su quelle che considero linee rosse, come la liberazioni di terroristi in Cisgiordania”, ha commentato ieri Netanyahu. Il primo ministro teme infatti che tale rilascio risulterebbe pericoloso per la sicurezza dei cittadini israeliani, rafforzando la rete terroristica di Hamas in Cisgiordania. Per questo vorrebbe che i detenuti liberati fossero deportati a Gaza o esiliati all’estero.
Secondo i media israeliani, i ministri degli Esteri Avigdor Lieberman, degli Affari Strategici Moshe Yaalon e quello senza portafogli Benny Begin sono contrari allo scambio e lo ritengono pericoloso per la sicurezza d’Israele. I ministri della Difesa Ehud Barak, degli Interni Eli Yishai e per l’Intelligene e l’Energia atomica Dan Meridor sostengono invece che e’ loro obbligo far di tutto per riportare a casa un soldato. Fonti vicine a Netanyahu riferiscono che il primo ministro si trova di fronte ad un grave dilemma e considera questo caso “psicologicamente difficile”.
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