Non profit
Sicurezza alimentare, l’Europa delle regioni scende in campo
Un summit mondiale apre oggi a Dakar
di Redazione

di Joshua Massarenti (Afronline.org) e Mame Aly Konte (Sud Quotidien, Senegal)
La generosità non basta per sconfiggere la fame e la povertà. Oggi, più che mai, ci vuole testa. E la convinzione che senza un minimo di coordinamento non si va da nessuna parte. Dopo decenni passati a lanciare ognuno per conto proprio micro-progetti tra lo scompiglio generale, Regioni e Autorità Locali hanno deciso di fare sul serio. Il Summit Mondiale delle Regioni sulla sicurezza alimentare (qui il programma)che si tiene tra oggi e domani a Dakar è l’ultima di una lunga serie di iniziative in cui la cooperazione decentrata intende imporsi come parte integrante delle politiche di sviluppo portate avanti dall’Unione Europea e altri grandi istituzioni internazionali come le Nazioni Unite e la Banca Mondiale. Viceversa a Bruxelles, Washington e New York, si sono accorti che gli attori locali non vanno più denigrati. Anzi, la loro capacità ad essere più vicini alla gente li rendono partner insostituibili. Ora si tratta di incanalare le immense risorse di una realtà, quella della cooperazione decentrata, nota per la sua frammentazione. Organizzato dalla Conférence des Régions Périphériques Maritimes (CRPM) e il Forum Globale delle Associazioni di Regioni (FOGAR), con il supporto della Commissione europea, la FAO, UNDP e le cooperazioni francese e spagnola, l’appuntamento di Dakar ci offre l’opportunità di capire il valore aggiunto delle Regioni nella lotta contro la crisi alimentare (e più in generale la povertà), e la loro capacità ad integrarsi in strategie globali per rendere gli aiuti più efficienti. Entrambe le sfide sono diventate i chiodi fissi di Xavier Gizard, Segretario Generale del CRPM fino al 2009 e membro del Comitato scientifico del Summit di Dakar. Afronline.org e il quotidiano Senegalese Sud Quotidien lo hanno intervistato.
Perché aver scelto Dakar come città-ospite del Summit ?
Xavier Gizard: «Per un motivo molto semplice: nel corso di una riunione che si è tenuta a Tangeri, in Marocco, abbiamo deciso di avviare un lavoro delle Regioni sulla sicurezza alimentare. Tra i partecipanti c’era l’Associazione delle regioni senegalesi. A loro ritorno in Senegal, abbiamo appreso era pronto ad accogliere un summit mondiale delle Regioni su questo tema».
Quale può essere il valore aggiunto di una tale conferenza per la lotta contro l’insicurezza alimentare ? Non si corre il rischio di organizzare un summit in più, dopo il flop clamoroso dell’ultima sessione della FAO ?
Xavier Gizard: «No, siamo in una dinamica totalmente diversa. Non abbiamo la pretesa di dire a nome delle regioni quello che dovrebbe essere la strategia mondiale della lotta per la sicurezza alimentare. Il nostro obiettivo principale è di mostrare il valore aggiunto della cooperazione decentrata per garantire la produzione e l’accesso delle popolazioni ai beni alimentari. Ci sono progetti che hanno riscosso grande successo in America Latina, in particolar modo in Brasile, e in America centrale. A partire da questi progetti che saranno presentati a Dakar, vogliamo provare a stabilire un quadro di riferimento rispetto alla road map adotatta da tutti gli Stati del pianeta nel giugno 2008, identificando i settori in cui un’azione delle Regioni può apparire come un valore aggiunto allo sforzo di tutti. Ne uscirà a sua volta una road map da discutere insieme alla FAO, UNDP, il Rappresentante speciale di Ban Ki-Moon per la sicurezza alimentare, la Commissione europea, le agenzie di cooperazione di Stati come la Francia e la Spagna, per poi sfociare su un programma pluriannuale di lavoro pilotato da 20-30 Regioni del Nord e del Sud del mondo. Qual’è il piccolo contributo che le Regioni possono portare allo sforzo generale di tutti contro l’insicurezza alimentare. Ecco il tema centrale del Summit».
Bluff o meno, il concetto di cooperazione decentrata rimane un mistero per i cittadini africani. Sembra che tutto si negozia alle loro spalle senza che possano trarne benefici. Che altra percezione ci può offrire ?
Xavier Gizard: «Penso che ci sia un movimento a favore della decentralizzazione nel mondo intero. Mi fa pensare al fatto che le Regioni sono diventate gli elementi della costruzione europea negli ultimi trent’anni. In Mali, Senegal, Burkina Faso, le leggi traducono i poteri trasferiti alle Regioni. Purtroppo, questi trasferimenti di potere non sono per ora accompagnati dalle risorse umane e finanziarie necessarie. C’è quindi la necessità di rafforzare questo movimento. La Commissione europea, attraverso la DG Sviluppo, sta prendendo gli orientamenti giusti per accompagnare la dencentralizzare. D’altra parte, penso che se si vuole guadagnare tempo, il fatto di mettere in piedi delle cooperazioni decentralizzate per rafforzare le Autorità Locali e Regionali nei paesi in via di sviluppo è un’ottima cosa».
Che ruolo rivestono le Regioni nelle politiche di sviluppo dell’UE ?
Xavier Gizard: «La communicazione della Commissione europea il 6 ottobre 2008 ha consentito di fare un grande balzo in avanti. Per la prima volta tratta in modo seperatp nella sua politica di aiuto allo sviluppo le Ong, la società civile, e le Autorità Regionali e Locali pubbliche che sono degli elementi dello Stato. E’ un primo passo estremamente importante che tra l’altro dovrebbe avere un seguito concreto in quanto la Commissione Ue procede quest’anno a una revisione del cosiddetto « Processo di Palermo ». A ciò si aggiunge il lancio di una serie di bandi sostenuti da budget finanziari che stanno crescendo. Questo è il segno che c’è un riconscimento crescente da parte della DG Sviluppo nei confronti della cooperazione decentrata».
Nei paesi sviluppati, la crisi economica sta mettendo a dura prova gli aiuti pubblici allo sviluppo. Al pari dei governi centrali, le Autorità Locali europee sono molto colpite dalla crisi. Quali sono le ripercussioni sulla cooperazione decentrata ?
Xavier Gizard: «Non vedo ripercussioni negative, almeno non nelle regioni che partecipano attivemente alla nostra rete. Queste Regioni continuano a garantire i loro sforzi sul fronte degli APS. Prendiamo Brema, in Germania, dove i responsabili politici locali si sono dichiarati pronti a tagliare ovunque, salvo i fondi destinati allo sviluppo. Questo dimostra che ci sono buono istituzioni che sanno probabilmente meglio di alcuni Stati che procedono a tagli pesanti quello che sono i bisogni di una governanza della globalizzazione nel XXI° secolo».
Leggi qui lo speciale di Vita non profit magazine dedicato alla cooperazione decentrata.
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