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Social Forum: il 72,48% dei commercianti lo ritiene un danno

I risultati del "referendum conoscitivo" della Confcommercio

di Piergiorgio Greco

Il 72,48% dei negozianti del centro storico di Firenze ritengono “un danno” lo svolgimento del Social Forum Europeo a Firenze. Il 66,67% degli stessi esercenti terrà le serracinesche abbassate il 9 novembre, il giorno in cui è fissata la grande manifestazione europea contro la guerra. Sono i dati principali del “referendum conoscitivo” condotto dalla Confcommercio di Firenze che ha distribuito circa 8.000 schede tra i quasi 10 mila negozianti del Comune di Firenze. Nella sede dell’Associazione di categoria sono già rientrate oltre 4.700 risposte. Maggiore “paura” si sente nei negozi del centro della città e in quelli piu’ vicini alla Fortezza da Basso che, dal 6 al 10 novembre, accoglierà i circa 18/20 mila delegati dei movimenti “no global”, mentre diminuisce in periferia. Tra coloro che temono danni, sempre nel centro storico, il 34,19% sarebbe favorevole a una chiusura per tutti i 4 giorni, mentre oltre 900 negozianti chiedono “direttive” all’associazione di categoria. “Ci hanno sempre accusato di fare dell’allarmismo – ha commentato il presidente di Confcommercio Firenze Paolo Soderi – ma i numeri parlano chiaro. Noi non abbiamo voluto il Social Forum, lo abbiamo osteggiato ma lo faranno lo stesso”. Soderi, nel ribadire che quella di Confcommercio non è una “battaglia politica”, ha detto che l’Associazione “darà indicazioni ai propri iscritti, ma tantissime sono le risposte che ci sono arrivate anche da chi è iscritto all’altra Associazione di categoria o da coloro che non sono iscritti da nessuna parte, di tenere chiusi i negozi solo durante la manifestazione di sabato 9 novembre, anche per non “distrarre” le Forze dell’ordine già impegnate nella protezione degli esercizi commerciali”. “Monitoreremo comunque la situazione per dare garanzie ai nostri associati – ha concluso Soderi – perché al primo focolaio i tira giù il bandone. E con questo non credo che facciamo dell’allarmismo, ma solo il nostro lavoro”.


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