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Cooperazione & Relazioni internazionali

Social Forum, il giorno del popolo Saharawi

Incontro con Mohamed Cheikh Lehbib, segretario generale del sindacato UGT Sario, Unione Lavoratori Saharawi

di Giada Frana

La seconda giornata del Forum Sociale mondiale a  Tunisi ha visto meno partecipanti rispetto alla giornata di apertura, a causa della pioggia che ha funzionato un po' da deterrente. Ciononostante nell`aria si respirava un clima di solidarietà senza confini.

Noi abbiamo incontrato Mohamed Cheikh Lehbib, segretario generale del sindacato UGT Sario, Unione Lavoratori Saharawi, che ci ha parlato della situazione del popolo saharawi.

Come mai avete deciso di partecipare al Forum Sociale Mondiale 2015?
Siamo venuti dal Sahara Occidentale per parlare della nostra situazione. Rappresentiamo diverse associazioni saharawi: associazioni giovanili, associazioni femminili, lavoratori, per i diritti dell'uomo. Vogliamo parlare ai partecipanti di questo forum del nostro diritto all'autodeterminazione e della situazione difficile dei cittadini, lavoratori, donne e giovani saharawi nei territori occupati nel Sahara dell'Ovest. Il Sahara Occidentale è stato colonia spagnola dal 1884 fino al 1975, quando la Spagna ha lasciato il territorio  e ha ceduto il territorio tra Marocco e Mauritania. Il Fronte Polisario (il movimento di lotta contro il colonialismo, ndr), è stato creato nel 1973 e iniziò una guerra.  Nel 1979 la Mauritania ratifico un accordo di pace e riconobbe la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD). Ora la Repubblica Saharawi è un membro dell'Unione africana e i suoi ambasciatori sono presenti in tutto il mondo. Ormai nessuno stato riconosce la sovranità del Marocco nel Sahara Occidentale.

Come vivono i cittadini saharawi nei territori occupati?
Queste persone vivono sotto un regime militare: ogni giorno  si assiste  a violazioni di diritti  contro donne, lavoratori, giovani. Le autorità marocchine rifiutano le visite delle delegazioni internazionali, del parlamento europeo o di associazioni umanitarie. Queste ultime hanno redatto diversi rapporti in cui si riportano questi rifiuti.

Quali sono le vostre richieste?
Vogliamo porre fine alle violazioni dei diritti nei confronti dei cittadini saharawi nei territori occupati e chiediamo che il nostro popolo possa scegliere il suo futuro attraverso un referendum. Le Nazioni Unite sono presenti e vogliono organizzare un referendum, ma il Marocco non vuole: sa che perderebbe. I saharawi sono così divisi tra i territori occupati e i campi per i rifugiati in Algeria. Ma il nostro popolo ha il diritto di poter scegliere il suo futuro, non vogliamo la soluzione  di autonomia proposta dal Marocco. Vogliamo un referendum  con il quale decidere tra autonomia, integrazione e indipendenza.


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