Mondo

Somalia: in nome della Sharia

Parla il capo dell'Unione delle Corti islamiche vittoriose sull'Alleanza di signori della guerra sostenuta dagli Stati Uniti

di Redazione

”La legge coranica e’ una buona cosa per la Somalia. Qui, dopo l’indipendenza, abbiamo sperimentato la democrazia. Un fallimento. Poi e’ venuto un regime militare con relativo comunismo scientifico. Un disastro. Quando il dittatore Siad Barre e’ stato cacciato abbiamo sperato in un sogno. Si e’ infranto in 16 anni di guerra civile. Il Corano ci puo’ dare sicurezza e puo’ far ripartire l’economia”.

Lo afferma in un’intervista al ”Corriere della Sera” Sheikh Sharif Sheikh Ahmed, il capo dell’Unione delle Corti Islamiche, che ha sbattuto i signori della guerra fuori da Mogadiscio, dando scacco matto alla politica americana in Somalia. ”Non siamo antiamericani -precisa subito il leader oltranzista- Washington ha sbagliato ad affidare la sua politica ai signori della guerra: e’ stata ingannata. Su di noi sono circolate voci false e bugie. Hanno detto che proteggiamo i terroristi o che siano terroristi. Non e’ vero. Non diamo rifugio agli uomini di Al Qaeda e non abbiamo rapporti con loro”.

Ad Abdullahi Yussuf, il presidente del Governo Federale di Transizione (Tfg), che ha posto come condizioni per incontrarlo, replica: ”Intendo incontrare Abdullahi e aprire un negoziato con il governo, ma senza condizioni di alcun genere. Si ricordi bene che loro non sono stati legittimati dal popolo. Sono stati selezionati, non eletti. La popolazione e’ con noi perche’ era stanca delle condizioni di vita imposte dai Signori della guerra: rapimenti, omicidi, stupri, rapine. Questo e’ un Paese senza legge e noi abbiamo detto: basta”.

‘Siamo contrari”, dice ancora Sheikh Sharif Sheikh Ahmed, in merito alla richiesta del Tfg di inviare truppe di peacekeeping. ”Non vogliamo guerra, ne’ truppe straniere -afferma- Oltretutto loro sono aiutati dall’Etiopia, un Paese che da sempre vuole interferire negli affari interni della Somalia. Siamo aperti al dialogo, vogliamo collaborare con il Tfg, ma i primi passi non sono incoraggianti. Abdullahi deve smetterla di interferire con la nostra politica. Noi vogliamo prima stabilizzare le zone sotto il nostro controllo, cioe’ Mogadiscio e Johar, costruendo amministrazioni locali scelte dalla popolazione e non imposte dall’alto”.

Quanto al ruolo che l’Italia potrebbe avere nella pacificazione della Somalia, ”non perdiamo il nostro tempo e le nostre energia a parlare dell’Italia”, dice. Sheikh Sharif accorda al giornalista del ”Corriere della Sera” il permesso di entrare al vecchio cimitero degli italiani dopo la devastazione, ma l’accesso viene ugualmente vietato. Sheikh Sharif rappresenta l’ala moderata del movimento islamico somalo. Le redini degli oltranzisti le tiene Hassan Hashi Aeru, l’uomo che ha occupato e devastato il camposanto. Quanto alle voci secondo cui quel campo ospita stranieri, arabi, afghani, pachistani, che testimoni affermano aver visto combattere contro i Signori della guerra, il leader nega con decisione: al posto degli ossari ”c’e’ un campo d’addestramento, ma, posso assicurarvi, non ci sono stranieri. Contro i signori della guerra hanno combattuto solo somali”.

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