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Sos Corea. Il diario della settimana

Oggi la Corea del Nord è un Paese del tutto isolato, anche dai regimi e dagli intellettuali che per decenni lo hanno sostenuto, lo hanno assistito

di Riccardo Bonacina

Da ormai quattro mesi giungono dalla Corea del Nord notizie e foto agghiaccianti (seppur non veicolate dai mass media) sulla lunga agonia per fame di un’intera nazione: ventiquattro milioni di persone già provate dalla follia di un dittatore comunista, Kim il Sung. Una follia che resiste alla sua stessa morte e al crollo di ogni muro. Una follia che ha imposto al Paese tre interi anni di lutto, oltre a calendari che iniziano nell’infausto anno della sua nascita. Una follia che ha portato oggi al potere il figlio Kim Jong Il. Oggi la Corea del Nord è un Paese del tutto isolato, anche dai regimi e dagli intellettuali che per decenni lo hanno sostenuto, lo hanno assistito. Di questo isolamento, del frutto della follia di decenni di stalinismo, fanno oggi le spese milioni di innocenti, adulti e bambini che sopravvivono, nel migliore dei casi, con un etto di riso al giorno, quando non con la poca segatura ricavata dagli alberi. In queste pagine pubblichiamo le foto meno drammatiche che ci sono giunte in redazione, e pubblichiamo cifre tragiche, seppur approssimate per difetto. Ci siamo vergognati per il silenzio italiano, per l’indifferenza così totale in un Paese pieno di “indignati speciali” e di campagne di stampa su ordinazione. Insieme al Cesvi, la prima (e finora unica) organizzazione non governativa italiana che sia intervenuta in Corea del Nord, abbiamo provato a reagire a questo embargo di ogni ragione umanitaria, nonostante le vacanze e nonostante il nuovo tormentone sui provini sexy che già incombe. Così abbiamo deciso di lanciare un appello anche al governo italiano perché si mobiliti. Tutta la redazione ha lavorato di fax e telefono, e ci siamo accorti che erano in molti ad aspettare un’iniziativa seria e la possibilità di un gesto concreto di aiuto alla popolazione coreana. Le adesioni quindi non sono mancate. Tra i sottoscrittori dell’appello figurano infatti numerosi intellettuali, scrittori, registi, uomini di spettacolo e del mondo della comunicazione, e diverse organizzazioni non profit. Ma anche dal mondo politico le reazioni non sono mancate: in particolare, l’onorevole Patrizia Toia, sottosegretario agli Esteri con delega per l’Asia, ha accettato di farsi portavoce presso il nostro governo delle ragioni della solidarietà verso un popolo che già ha dovuto soffrire abbastanza gli errori della politica. L?importante è fare qualcosa. E farlo in fretta, prima che sia troppo tardi.


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