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Spagna, riecco le lame anti migranti
Sei anni dopo averle tolte per le gravi lesioni che procuravano ai disperati che tentavano di scavalcare il muro, a Melilla tonano le 'concertinas'. Tra lo sgomento di ong e Consiglio d'Europa
di Redazione

La notizia è ufficiale: il governo spagnolo rimette su buona parte del confine tra la propria cittadina-baluardo di Melilla e il Marocco, le concertinas, le piccole lame inserite nei fili metallici utilizzati nei luoghi dove avvengono più di frequente i 'salti' dei migranti in fuga dall'Africa verso l'Europa.
A dar la notizia è l'agenzia Nena-news (articolo di Claudia Campisano), che riporta come "200 migranti subsahariani hanno tentato, ieri all'alba, di entrare nella città spagnola di Melilla scavalcando la recinzione che la circonda. Secondo quanto riportato dalla delegazione del governo spagnolo, circa un centinaio sono riusciti nell'impresa. Non ci sarebbero feriti tra coloro che hanno raggiunto il lato spagnolo, mentre sono stati segnalati quattro feriti ed un morto, in seguito alla caduta dalla recinzione, sul lato marocchino e oltre 40 arresti".
Per far fronte a nuovi 'assalti alla propria patria' , ecco che la Spagna riporta in auge le famigerate lame: peccato che nel 2007, due anni dopo la loro prima collocazione, "in seguito alle proteste di ONG spagnole ed internazionali, ne fu decisa la rimozione a causa delle profonde lesioni che provocavano a mani e gambe dei migranti". C'è dell'altro, nelle ultime misure anti migranti della Spagna: due reparti mobili e un secondo elicottero, sempre per contrastare i 'salti, e il prolungamento del molo di Ceuta, l'altra città spagnola extra continente europeo dove molti ingressi avvengono via mare, pensato per rendere più difficile l'accesso alla spiaggia.
Pochi giorni dopo la decisione del ministero dell'Interno spagnolo, la diplomazia della Ue è già partita: sempre Nena-news riporta come il Consiglio d'Europa si sia detto critico nei confronti di questi provvedimenti e abbia emesso, mercoledì scorso 30 ottobre, un documento ufficiale che evidenzia come le politiche di controllo delle frontiere europee "incidano negativamente" sul rispetto dei diritti umani. "Si tratta di una politica negativa contro i migranti, persone disperate. Politica capace di utilizza mezzi che oltre a non frenare i flussi migratori provocano solo una più profonda disperazione", sono state le incisive parole di Nils Muinieks, Commissario per i diritti umani dell'Unione europea.
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