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Education & Scuola

Sport a scuola in fuorigioco

Un accordo tra Pubblica istruzione e Coni porterà gli atleti in classe, dalla Di Centa a Chechi. Un’idea di Veltroni, Berlinguer e Pescante che suscita dubbi

di Pasquale Coccia

I valori dello sport saranno propagandati nelle scuole medie inferiori e superiori italiane da circa cento atleti di varie discipline. L?iniziativa, frutto di un accordo tra il ministro della Pubblica istruzione Berlinguer e il presidente del Coni Pescante, partirà a ottobre con vecchi e glorie e nuovi campioni. Il vice presidente del Consiglio Walter Veltroni, che dal governo Prodi ha la delega allo sport e di questa iniziativa è il principale artefice, ha definito i campioni chiamati a sostenere questo progetto ?ambasciatori dello sport?. Loro compito dovrebbe essere parlare agli studenti di allenamenti, sacrifici, lealtà, rispetto delle regole. Hanno dato l?adesione, fra gli altri, campioni come Sara Simeoni, Yuri Chechi, Manuela Di Centa, Novella Calligaris, Patrizio Oliva, Nino Benvenuti, Julio Velsco, Gustvo Thoeni, Azeglio Vicini, la saltatrice di colore Fiona May, il campione di nuoto disabile Carlo Durante, il ct della nazionale di calcio Cesare Maldini. Le scuole dovranno prenotarne la partecipazione. L?iniziativa, però, è priva del supporto finanziario che consenta agli atleti, in particolare quelli degli sport minori privi di contratti miliardari come quelli dei calciatori, di spostarsi lungo la penisola. Né esiste un calendario di assegnazione dei campioni alle varie scuole. Molti ex atleti, come i fratelli Abbagnale, lavorano presso enti privati non legati al mondo dello sport, e avranno dunque problemi di permessi. Berlinguer ha invitato le star dello sport a descrivere «un sogno che entri nei cuori degli studenti. Dovete insegnare – ha continuato il ministro – la serenità e la fatica che sono nello sport». Ma ha senso parlare agli studenti di valori e sacrifici nello sport, se questi non possono praticarlo? Il 50% delle scuole medie non ha una palestra, e due milioni di alunni tra i 12 e i 18 anni praticano appena due ore settimanali di attività motoria… In una operazione di immagine più che di sostanza, dunque, non poteva mancare anche un disabile come il nuotatore Carlo Durante, in rappresentanza del mondo dell?handicap. Una presenza che ha registrato reazioni opposte tra le associazioni del settore, che hanno difficoltà a reperire impianti sportivi pubblici per la terapia fisica riabilitativa e per la promozione dell?attività sportiva tra i disabili. Giorgio Pancalli, campione di pentathlon fino al 1981, e che una brutta caduta da cavallo ha confinato sulla sedia a rotelle, oggi è impegnato nella Federazione Sport Disabili (Fsdh) e pratica ancora l?attività sportiva: «Mi rammarico di non essere anche io tra gli ambasciatori dello sport. Questa iniziativa consente di dire agli studenti che anche un disabile può praticare lo sport. Anche se barriere architettoniche e mentali determinano notevoli difficoltà di accesso agli impianti. Una triste realtà: l?accesso a molti impianti, come le piscine, viene riservato ai disabili solo nelle fasce orarie poco frequentate, affinché la loro presenza non turbi il pubblico. Perché Berlinguer non apre le palestre scolastiche alle associazioni dei disabili, visto che una buona parte restano inutilizzate dopo il termine delle lezioni?» Contrariato Viapiana, vicepresidente dell?Anfass: «La diffusione dei valori dello sport ha un senso se si rimuovono gli ostacoli che rendono difficile l?accesso agli impianti, ma le leggi in materia continuano a essere disattese. Il Coni e il ministero della Pubblica Istruzione, devono dire quali iniziative concrete intendono prendere. Anche tra i nostri ragazzi vi sono dei campioni, ma non siamo stati affatto consultati. È solo demagogia mettere in quell?elenco qualche disabile.


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