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Stambecchi e poi…

Idee-vacanza. Ogni settimana vi proponiamo quattro escursioni nei Parchi nazionali italiani: le Alpi - 1

di Roberto Copello

Tra i camosci del Gran Paradiso Itinerario. Da Valnontey si passa accanto al giardino botanico alpino Paradisia, che val la pena visitare (su diecimila metri quadri sono ambientate1500 specie vegetali della zona ma anche delle Ande e dell?Himalaya). Inizia poi la salita, su comodo sentiero in uno splendido bosco di larici, con squarci di panorama sulla Valnontey. Dopo alcuni ripidi tornanti, il sentiero esce nell?ampia conca di Loson, fra numerose tane di marmotte. Si prosegue verso ovest, tenendosi sulla sinistra orografica del torrente Gran Loson, fino a incontrare la casa di sorveglianza del parco e infine il rifugio Vittorio Sella, costruito di fronte all?ottocentesca casa di caccia di re Vittorio Emanuele II. All?alba e al tramonto gli stambecchi scendono dalle cime fino a poche decine di metri dal rifugio: li si può fotografare da pochissimi passi. La zona è popolata anche da molti camosci, assai più diffidenti però. Chi volesse proseguire, con altre tre ore di cammino tra ripidi pendii prima erbosi poi brulli può raggiungere il panoramico Col Loson, 3296 m, valico obbligato per scendere in Valsavarenche. Da Valnontey (1666 m) al rif. V. Sella (2584 m) Tempo di salita: 3 ore Accesso: oltre Aosta a sinistra nella valle di Cogne; da Cogne in direzione sud nella Valnontey, fino all?omonimo paesino Carte: IGC 1:50.000 n°3 ?Il Parco del Gran Paradiso?; FMB 1:50.000 ?Gran Paradiso? Informazioni: Ente Parco, via della Rocca 47, Torino, tel. 011/835839; APT Cogne, tel 0165/74040 Cosa leggere: M.Broglio-P.Giglio, Valle d?Aosta – guida alla natura, Cda, lire 33.000; Franco Michieli, Il giro del Gran Paradiso, Cda, lire 35.000 Nel Parco dello Stelvio, sotto il ghiacciaio più grande d?Italia Itinerario. Tresero, San Matteo, Vioz, Palòn de la Mare, Pasquale e Gran Zebrù costituiscono le possenti sentinelle che vegliano su chi percorre questo itinerario nel Parco dello Stelvio. Dal parcheggio del rifugio dei Forni (attualmente in ristrutturazione) si imbocca in direzione est la carrareccia per il rifugio Branca (segnavia n° 28a), che si raggiunge dopo un’ora di cammino al cospetto dell’immane ghiacciaio dei Forni, il più grande d’Italia. Per chi volesse conoscerne da vicino natura e genesi, recentemente è stato attrezzato anche un bel sentiero glaciologico (segnavia n° 43), che è meglio però affrontare con una guida alpina (chiedere eventualmente all’APT di S.Caterina). Dal Branca si imbocca verso nord il sentiero (segnavia n° 28c) che a mezza costa, tra magri pascoli, si collega con la Val Cedec e in altre due ore porta al rifugio Pizzini, in vista della splendida piramide del Gran Zebrù. Da queste parti passava la prima linea italiana nella Grande guerra, e chi si avventuri sulle creste ancora può trovare trincee e baraccamenti. Il ritorno al parcheggio avviene in un’ora tra i bei boschi di pino cembro della stessa Val Cedec. Dall’albergo Ghiacciaio dei Forni (2176 m) ai rifugi Branca (2487 m) e Pizzini (2700 m) Tempo di percorrenza: 4 ore Accesso: Da S. Caterina Valfurva per la Valle dei Forni fino al parcheggio Carte: IGM 1:25.000 “Gran Zebrù, Pejo, Cevedale”; Kompass n°72 “Parco dello Stelvio”1:50.000 Info: Ente Parco, tel. 0342/ 905151; APT S.Caterina Valfurva, tel 0342/935598 Libri: E. e N. Canetta, Escursioni in Alta Valtellina-Ortles-Cevedale, Cda, lire 20.000 Nella wilderness della Val Grande, un?Amazzonia a 80 km da Milano Itinerario. Diecimila ettari senza dove si può camminare per tre giorni senza incontrare un’anima viva. No, non è l’Amazzonia, ma un nuovissimo parco nazionale ad appena 80 chilometri da Milano, in Piemonte, fra Ossola e Lago Maggiore. La Valgrande è l?area selvaggia più estesa d?Italia: l?ultimo pastore l?ha abbandonata ormai da decenni. Per addentrarsi in questo intatto microcosmo occorre dunque essere autosufficienti e non sottovalutare il fatto che l?altezza della cima più alta del Parco è ?solo? di 2301 metri. Proponiamo qui un itinerario ?facile?, che può costituire un primo approccio in vista di un più impegnativo trekking autunnale di due o tre giorni. Dall?ultimo tornante prima di Cicogna si imbocca il sentiero in terra battuta che si addentra nella Val Pogallo e che presto diventa una splendida mulattiera lastricata di beole. All?ombra dei castagni la stradina prosegue con continui saliscendi fino a uscire in una valletta lussureggiante, interesecata da torrentelli. Da qui si sale, con qualche difficoltà, agli 865 metri dell?Alpe Pogallo, un tempo alpeggio molto frequentato. Qui nel giugno ?44 furono trucidati 17 partigiani datisi alla macchia nella Val Grande. Da Cicogna (732 m) all?Alpe Pogallo (865 m) Tempo di salita: 2 ore Accesso: Da Fondotoce di Verbania a S.Bernardino e poi a Cicogna Carte: IGC 1:25.000 ?Trontano…?; 1:50.000 f. 285 Domodossola Info: Ente Parco 0323/557960 Cosa leggere: T. Valsesia, Val Grande ultimo paradiso, Alberti Libraio Verbania; E.Ferrari, In Val Granda, memorie di una valle, Tararà, Verbania Il fascino misterioso delle Dolomiti care a Buzzati Itinerario. Non sono Dolomiti famose come il Gruppo Sella o le Tofane, come le Pale di San Martino o le Torri del Vajolet. Ma sono senz?altro le più incontaminate e le meno conosciute. Un ambiente, quello del giovanissimo Parco delle Dolomiti Bellunesi, tutto da scoprire, e che si estende tra Feltre e Belluno per circa 30 mila ettari di verdi praterie, di gole rocciose, di pareti strapiombanti e di boschi stregati. Non sarà un caso dunque se Dino Buzzati nacque a due passi da qui e a queste montagne restò sempre legato, al punto di farne il protagonista un po? inquietante di tanti racconti. Il percorso proposto si addentra nel cuore del Parco, a scoprire quella specie di mondo a parte che sono gli incontaminati Monti del Sole, regno di camosci e di alpinisti. Dal Bar alla Soffia di Gena Bassa(435 m) il sentiero sale a Gena Alta (800 m): qui si imbocca, sulle destra, il sentiero 871 che si addentra in Val Soffia. I Monti del Sole compaiono d?improvviso, come un miraggio buzzatiano, con le loro guglie irreali. La salita diventa parecchio ripida: due stretti canali rocciosi sono anche attrezzati con un cordino metallico. In fondo alla valle ci si porta sulla destra, sul versante sud del massiccio del Feruch, alti sopra un profondo canyon. Ancora uno sforzo e si arriva finalmente in vista del bivacco Valdo (1580 m), sotto l?imponente Pizzocco. Da Gena Bassa (435 m) al bivacco Valdo (1580 m) Tempo di salita: 4 ore Accesso: Da Belluno o da Agordo al bordo settentrionale del Lago del Mis Carte: Tabacco 1:25.000 f. 24 Info: Ente Parco tel. 0439/304233 Libri: V.Dal Mas, Monti del Sole, Castaldi, Feltre; Luise-Nascimbene-Padovan-Soppelsa, Il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Ghedina & Tassotti, Bassano; P. Rossi, Schiara, Guida dei Monti d?Italia Tci-Cai, Milano


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