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Stop alle pellicce, il blitz arriva dal cielo

Lav e Humane Society International - Hsi protagoniste di una spettacolare iniziativa per chiedere a Max Mara Fashion Group di diventare fur free. Una mongolfiera ha sorvolato la sede centrale del gruppo a Reggio Emilia alla vigilia della sfilata in programma giovedì 22 febbraio. Con questa iniziativa la coalizione “Fur free Alliance” ha voluto inaugurare la settimana della moda di Milano

di Antonietta Nembri

Hanno scelto una mongolfiera per lanciare il loro appello a un grande marchio del fashion ad abbandonare le pellicce.
Nei cieli reggiani, infatti, si poteva vedere la grande scritta “Max Mara Go Fur-Free!”. È questo infatti il messaggio lanciato dalle associazioni Lav e Humane Society International-Hsi e da tutti i membri della Fur Free Alliance alla casa di moda italiana Max Mara, con una spettacolare mongolfiera che ha sorvolato la sede centrale del Gruppo, a Reggio Emilia, in occasione della settimana della moda di Milano, inaugurata martedì 20 febbraio. 

La sfilata di Max Mara è in programma giovedì 22 febbraio, poi seguirà quella di Sportmax venerdì 23, nel mentre – spiega una nota – le proteste di associazioni in tutto il mondo stanno incitando Max Mara Fashion Group – di proprietà della famiglia Maramotti – a eliminare le pellicce dalle collezioni di tutti i brand di proprietà e adottare una politica fur-free come hanno fatto già molti altri marchi e stilisti.

Continueremo la nostra battaglia

«Se fino a ieri la famiglia Maramotti insieme al management di Max Mara Fashion Group non ha ascoltato la nostra richiesta di dialogo e confronto circa l’insostenibilità della produzione di pellicce, oggi non hanno certo potuto non vedere il nostro messaggio Max Mara Go Fur-Free!” arrivato dal cielo con una mongolfiera» ha dichiarato Simone Pavesi responsabile Lav, Area moda animal free. «In mancanza di un riscontro dall’azienda, continueremo a coinvolgere migliaia di persone nel mondo sino all’ottenimento di una policy fur-free definitiva».

Per far giungere il messaggio a destinazione, Lav e Hsi hanno scelto di veicolarlo in maniera plateale e inequivocabile alla sede del marchio: con una mongolfiera di 25 metri di altezza e 20 di diametro.

Una campagna globale

Il sorvolo dell’azienda con la mongolfiera si inserisce all’interno delle attività della campagna globale #FurFreeMaxMara, lanciata dai oltre 50 membri della Fur Free Alliance, in occasione dell’attuale fashion month (9 febbraio – 3 marzo), per esortare tutti i marchi del Max Mara Fashion Group come Marina Rinaldi, Sportmax, Max&co., Pennyblack e altri oltre a Max Mara ad abbandonare l’uso di pellicce animali.

Il Gruppo – ricorda una nota -, che conta oltre 2.500 negozi in 105 Paesi, è uno degli ultimi grandi marchi ad impiegare la pelliccia. L’attuale gamma include articoli realizzati in volpe, cane procione e visone. Inoltre, le etichette dei prodotti rivelano che l’azienda utilizza pelliccia di visone di provenienza cinese e pelliccia di volpe e cane procione dalla Finlandia (paese dove, peraltro, sono già stati documentati oltre 70 focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 proprio in allevamenti di animali “da pelliccia”).

Martina Pluda, direttrice per l’Italia di Hsi ha detto: «È inconcepibile che il Max Mara Fashion Group abbia ignorato gli appelli di adesione al movimento fur-free per così tanto tempo, non ritenendo necessario allinearsi alle richieste e alle sensibilità dei moderni consumatori. Proporre una moda maggiormente etica non è solamente la cosa giusta da fare ma anche un imperativo in un contesto caratterizzato da moltissime innovazioni tessili e da competitor sempre più all’avanguardia. Auspichiamo che il nostro messaggio dal cielo sia arrivato!».

Tantissime case di moda hanno eliminato le pellicce

In una nota si ricorda inoltre che la maggior parte delle principali case di moda del mondo ha già eliminato la pelliccia dalle proprie collezioni. «L’uso della pelliccia da parte di Max Mara rende il gruppo sempre più demodé» chiosa la nota.

Visoni, volpi e cani procione – tutte specie utilizzate dal Max Mara Fashion Group – trascorrono tutta la loro vita in gabbie di rete metallica anche nella pavimentazione, in condizioni di scarso benessere, privati della capacità di esprimere i propri comportamenti naturali, per poi essere uccisi tramite gas o elettrocuzione anale. La produzione di pellicce è anche devastante dal punto di vista ambientale e un rischio per la salute pubblica. 

Allevamenti e concerie – si sottolinea – sono estremamente dannosi per il suolo e i corsi d’acqua, poiché rifiuti e sostanze chimiche tossiche possono finire sversati nell’ambiente circostante. Inoltre, a confronto con altri materiali, la pelliccia ha le più alte emissioni di gas serra per chilogrammo. Ad esempio, l’impronta carbonica di 1kg di pelliccia di visone risulta 31 volte superiore a quella del cotone e 25 volte superiore al poliestere.

L’appello fur-free può essere rivolto da chiunque al gruppo Max Mara online

Tutte le foto sono da Ufficio stampa


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