Antonio Presti

A Librino 20mila persone realizzano la Porta delle Farfalle

di Cristina Barbetta

È la più grande scultura in bassorilievo ceramico al mondo. Ideata da Antonio Presti e dalla sua Fondazione a Librino, periferia di Catania, è la prosecuzione della Porta della Bellezza, realizzata 15 anni fa da Presti con la collaborazione di 2000 bambini e 2000 mamme del quartiere. Il 14 e 15 aprile inaugura l'opera, lunga un chilometro e mezzo nella sua totalità, con una grande festa che vedrà protagonisti i ragazzi che hanno partecipato alla sua realizzazione

Ventimila persone hanno partecipato alla realizzazione della più grande scultura in bassorilievo ceramico al mondo. È la Porta delle Farfalle, ultima opera di Antonio Presti e della Fondazione Antonio Presti- Fiumara d’Arte a Librino, periferia di Catania. La Porta ha trasformato un chilometro del cavalcavia che taglia in due Librino in una maestosa installazione a cielo aperto, che contiene 50 opere e 100mila formelle di terracotta. L’opera è la prosecuzione della Porta della Bellezza, maestosa opera di arte condivisa, lunga 500 metri e alta 8, realizzata da Antonio Presti nel 2009 sullo stesso cavalcavia che taglia in due il quartiere di Librino.

«Con la Porta delle Farfalle abbiamo restituito la visione della bellezza a un intero quartiere, in nome della gioia e della condivisione», ha detto l’artista e mecenate Antonio Presti, che ha donato l’opera a Librino. Nella difficile periferia di Catania, Presti opera da più di 20 anni, educando i giovani alla Bellezza, e creando identità negli abitanti in un «non luogo a procedere», attraverso la condivisione del processo artistico.

Alla realizzazione della Porta delle Farfalle, frutto di 3 anni di impegno, hanno partecipato circa 10 mila bambini e ragazzi delle scuole di Librino, insieme alle loro mamme, oltre a 5000 studenti di 16 licei artistici siciliani, e più di 50 tra artisti e architetti selezionati dalla Fondazione Antonio Presti- Fiumara d’Arte. I ragazzi hanno realizzato nelle scuole le opere, dopo avere partecipato a migliaia di ore di laboratori didattici e incontri. È la quarta generazione che Presti educa a Librino, restituendo arte e bellezza e donando il suo impegno e il suo patrimonio per la conoscenza.

La Porta delle Farfalle è la continuazione della Porta della Bellezza, opera visionaria realizzata da Antonio Presti quindici anni fa, nel 2009, con la partecipazione di 2000 bambini e 2000 mamme di Librino. Alta 8 metri, lunga 500, la Porta della Bellezza ha trasformato un muro di cemento armato in opera d’arte, restituendo bellezza al quartiere di Librino. La Porta ha insegnato il valore del rispetto e della condivisione. Dalla sua creazione nessuno l’ha toccata, nessuno l’ha rovinata.

Con la realizzazione della Porta delle Farfalle che continua la Porta della Bellezza, per una lunghezza di un chilometro e mezzo in totale, l’opera è completata.Il 14 e il 15 aprile ci sarà l’inaugurazione della Porta delle Farfalle, che sarà presentata alla città di Catania e a tutti gli abitanti del quartiere, in presenza degli artisti e degli architetti coinvolti nel progetto.

«La Porta delle Farfalle raggiunge un valore epico» spiega Antonio Presti, «perché adesso, dopo 15 anni dalla creazione della Porta della Bellezza, il chilometro e mezzo di muro accoglierà il valore della bellezza di quattro generazioni».

Qual è il significato della Porta delle Farfalle?
È un’opera che non mostra la bellezza nel suo valore estetico, ma che ritrova il suo senso, la sua anima nella visione della bellezza, una bellezza universale, dove ognuno è protagonista. Quindi la bellezza viene restituita a tutte le 20 mila persone che hanno partecipato a questo processo artistico e maieutico. È un’ esperienza che è frutto dell’ impegno civile della mia vita e di intere generazioni di Librino. 15 anni dopo la Porta della Bellezza la risposta di tutti gli abitanti di Librino, che sono felici della nuova Porta, è la risposta e anche il premio alla coerenza, all’impegno, al sacrificio di una vita.

Che valore ha l'opera?
A Librino si è raggiunto un valore epico di condivisione del processo artistico da parte di quattro generazioni nell’arco di 15 anni e sempre con la stessa coerenza, lo stesso impegno e la stessa innocenza. Le bambine che hanno partecipato alla realizzazione della Porta delle Bellezza sono le mamme di oggi e le mamme che avevano condiviso questo processo 15 anni fa nella Porta della Belezza oggi sono diventate nonne. Questa è la grande vittoria politica con la P maiuscola dell'intero quartiere. A Librino, un non luogo a procedere della contemporaneità, oggi esiste un’opera d’arte che ha un valore epico.

Perché è importante la condivisione?
L’arte nella condivisione innesta il processo della bellezza e questo lavoro che abbiamo svolto per tutti questi tre anni nel mondo della scuola conferma più che mai che nelle periferie non c’è bisogno di inclusione, non c’è bisogno di quella educazione alla cittadinanza e alla legalità, c’è bisogno solo di cuore. E quando tutti gli abitanti di una qualunque periferia si sentono toccati con il cuore, il cuore parla al cuore e quindi manifesta una maieutica di bellezza. Ecco, questo è un processo maieutico che innesta in nome della trasformazione questa visione, e questa maieutica si conferma perché gli abitanti di Librino hanno conseguito una comunità di bellezza.

In che modo?
A Librino si è formata una comunità di bellezza di oltre 20 mila persone che hanno condiviso questo lavoro. Dal momento che c’è una comunità di 20 mila persone su 70 mila abitanti del quartiere, io penso che Librino non debba essere visto come comunità a rischio, ma come comunità di bellezza.

Qual è l’importanza di questo progetto per i giovani?
Il progetto della Porta delle Farfalle è stato un grande nutrimento per i ragazzi delle scuole. In questi tre anni di lavoro abbiamo vissuto anni tristi, abbiamo vissuto gli anni della pandemia, del tempo sospeso, viviamo il tempo in cui oggi i ragazzi si sentono impauriti, con l'ansia. L’avere rigenerato in questi ragazzi non la paura del futuro ma la bellezza del futuro, era la risposta umana che potevo dare loro, perché la più grande ferita che hanno in questi luoghi periferici è quella della disillusione. Ho detto ai ragazzi che insieme avremmo fatto un capolavoro e i ragazzi non sono stati disattesi perché in questi luoghi le promesse sono tante e i fatti pochi, e questa bellezza che si manifesta è una grande vittoria anche politica dell’arte e della cultura.

Opere della Porta delle Farfalle

Vuoi consegnare un tuo messaggio?
Nessun’ altra periferia d’Italia oggi restituisce una visione di bellezza come Librino. Accade a Librino per l’impegno civile di una persona che ha deciso di aiutare le periferie e di diventare uomo di periferia e per l'impegno di intere generazioni a Librino. Mi piacerebbe pensare a un terzo settore un po’ più in mezzo alla gente, costantemente. Si sente tanto parlare delle periferie ma in nome dell’inclusione, della devianza. Questo è un progetto etico e sociale che non parla di inclusione e di rigenerazione, ma afferma il diritto alla cittadinanza attraverso il processo artistico, che restituisce la dignità di un popolo.

Che temi trattano le opere della Porta?
Le 50 opere della Porta contengono in sé tanti archetipi, come l’archetipo universale di bellezza. Consegnano anche la conoscenza del mito e della storia, la storia della città di Catania, la sacralità, e la sacralità della città di Catania in nome di Sant’Agata. A Librino abbiamo voluto donare una Sant’Agata bellissima, con lo sguardo sorridente, che sorride a tutti i bambini del quartiere.

Il 14 e il 15 aprile ci sarà l’inaugurazione della Porta delle Farfalle…
Ci sarà una grande festa in cui ho sentito la necessità di far diventare protagoniste tutte le persone che hanno partecipato all’opera. Quindi la festa è organizzata dalle scuole, da tutti i ragazzi con azioni performative e culturali. Le opere saranno spiegate dai ragazzi e dai bambini, e questo sarà anche un altro tassello che ho voluto consegnare ai giovani che non saranno spettatori passivi della loro bellezza, ma diventeranno protagonisti dell’essere bellezza.

Foto: Fondazione Antonio Presti-Fiumara d'Arte

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