Alice Urciuolo

Sullo schermo porto un’adolescenza che rivendica il diritto di essere inadeguata

di Daria Capitani

Scrittrice e sceneggiatrice per il cinema e le piattaforme streaming, della sua adolescenza ha amato e odiato tutto, poi ci è finita nel mezzo, a scriverne. Su VITA magazine, una delle penne dietro ai dialoghi di Skam Italia racconta come è diventata interprete di una generazione. Qui l’intervista in versione large con contenuti in più rispetto al numero

Avere 23 anni e ricordarsi i 16. Avere 23 anni e raccontare i 16. Sulla differenza fra i due verbi Alice Urciuolo deve aver riflettuto a lungo quando è diventata scrittrice. Oggi ha poco più di trent’anni, ha pubblicato due romanzi, è sceneggiatrice per il cinema e le piattaforme streaming. Della sua adolescenza ha amato e odiato tutto, poi ci è finita nel mezzo, a studiarla per prepararsi a scriverne. «Le adolescenze hanno tutte un portato tragico e un portato di scoperta, avventura, gioco. Anche la mia è stata così».

L’abbiamo intervistata nel primo capitolo di Adolescenti, quello che non vediamo, il nuovo numero di VITA magazine. Se hai un abbonamento leggilo subito qui e grazie per il tuo sostegno. Se vuoi abbonarti puoi farlo a questo link.

Uno zoom dentro alle aule

Ve la ricordate la serie Netflix Skam Italia? Uno zoom dentro alle aule di un liceo classico, tutto il triennio visto con gli occhi di chi le abita, un protagonista a stagione e il gruppo di amici sullo sfondo. Urciuolo è una delle penne dietro ai dialoghi e alla storia. Ha intervistato decine di adolescenti per restituire la loro voce. «Il concetto di base, guidati dal regista Ludovico Bessegato, era: noi non siamo 16enni oggi. Se non vogliamo che lo sguardo sui giovani risulti paternalista o finto come spesso accade nelle fiction e nei film, dobbiamo cedere la parola, farci dire da loro come si sentono», racconta. «Andavamo al pomeriggio al liceo Kennedy di Roma, lo stesso che sarebbe diventato location della serie. I ragazzi sapevano che in un certo orario saremmo stati nell’aula X e sarebbero potuti venire a raccontarci qualsiasi cosa: la litigata forte con gli amici, un insuccesso scolastico, l’inquietudine di fronte all’amore, la famiglia. Questo ci ha permesso di dare una verità al racconto».

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