Partecipazione

Perugia, la coop food nata per ridar vita a una strada

di Antonietta Nembri

Il primo mercato di comunità dell’Umbria è in via Birago nel capoluogo. A pochi giorni dalla sua apertura il racconto di come, dall’unione di associazioni di quartiere si sia generata una cooperativa sociale. L'ispirazione è la storica realtà di Park Slope a New York. «La molla è stata la chiusura dell’ultimo esercizio alimentare della via», racconta il presidente Giorgio Vicario. Un’idea risultata vincente

Era il 1973 quando alcuni abitanti del quartiere newyorkese di Park Slope fondarono il loro supermercato collaborativo che diede vita a un movimento che da Brooklyn si è diffuso in diversi Paesi. Ci sono esperienze simili a Parigi e Bruxelles oltre che in Italia. 

Birà, il mercato di comunità di Perugia

Da pochi giorni (il taglio del nastro è avvenuto l’11 giugno) a Perugia ha aperto Birà, la food coop che conta già 431 soci tra cittadini, associazioni e imprese. «È il primo mercato di comunità dell’Umbria», afferma il presidente della cooperativa 06124 Giorgio Vicario.

Al taglio del nastro al centro Giorgio Vicario

Ma cosa c’è all’origine di questo supermercato collaborativo che ha aperto in via Birago che fin dalla sua genesi non è solo un luogo di acquisto e vendita di prodotti alimentari, ma ha la missione di essere uno spazio di comunità. 

Dalla rigenerazione urbana al food

«Possiamo dire che quello che abbiano oggi nasce in continuità con quello che ha mosso l’associazione di quartiere», racconta Vicario. «Via Birago e il quartiere sono fuori dal centro, ma non sono la periferia di Perugia. Negli anni la strada si è un po’ svuotata di esercizi commerciali, si sono anche registrati dei problemi legati alla sicurezza, ma allo stesso tempo tra residenti e commercianti è nata l’idea di una rigenerazione urbana e così è nata l’associazione Cap 06124 che riuniva i residenti di via Birago. A loro si è aggiunta l’associazione MenteGlocale».

Nel 2021 nasce così una libreria, spazio sociale e bar: un centro aggregativo, ma anche un punto di portierato di quartiere dove poter avere dei servizi per gli abitanti che è gestito dalle associazioni. 

Alle due associazioni si unisce anche Coscienza  Verde, «una realtà che si occupava di processi democratici partecipativi e di politiche del cibo», continua il presidente. «Quando poi ha chiuso l’ultimo alimentare della strada queste tre realtà si sono chieste: perché non riaprirlo?». 

Il percorso partecipato

Nell’estate dello scorso anno, dall’incontro di queste realtà del territorio, prende il via un percorso che puntando al modello delle food coop, attraverso assemblee pubbliche, momenti di approfondimento teorico, proiezioni e laboratori, ha portato, all’inizio del 2025, all’individuazione del nucleo fondativo e alla creazione della cooperativa sociale

Alcuni dei partner di Birà

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«La nostra è una cooperativa di comunità, la prima in un tessuto urbano e non in un’area interna della regione», precisa Vicario spiegando come Birà, il nome scelto che è anche un diminutivo del nome della via (Birago, ndr.) punta a fornire servizi e spazi di comunità: «Ci saranno spazi degustazione e laboratori». 

La cooperativa nasce con 26 soci ordinari, «grazie a una campagna abbiamo raggiunto 430 soci finanziatori che  hanno contribuito con donazioni da 25 euro in su per basare il capitale sociale».
A dare una spinta in più  anche le vittorie alla terza edizione del concorso InvestiAmoSociale promossa dalla Fondazione Perugia con Unicredit (dal valore di 30mila euro) e CoopStartup, l’iniziativa di Legacoop Umbria e Coopfond (altri 10mila euro).

L’inclusione lavorativa

«Siamo partiti con quasi 100mila euro» quantifica il presidente spiegando la necessità di acquistare tutto il necessario per arredare e far funzionare il market (dalle affettatrici ai banchi frigo, dagli arredi alle necessarie ristrutturazioni) e fare i primi rifornimenti sia da produttori a km zero sia con prodotti da Gdo. La cooperativa sociale che include consumatori, produttori e lavoratori ha al momento tre dipendenti «a settembre avremo un quarto dipendente, una persona fragile che sta facendo un percorso formativo. Noi siamo una cooperativa sociale e tra le nostre finalità c’è anche l’inserimento lavorativo delle persone fragili».

Gli interni del market di comunità

Non manca il supporto dei volontari: da settembre i soci potranno infatti scegliere di dedicare alcune ore di volontariato all’interno del negozio collaborativo, al massimo 3 al mese, ottenendo in cambio uno sconto sui prodotti acquistati. Il cibo 

Il negozio

Aperto dal lunedì al sabato (con orari 8 – 14 e 16.30 – 20), il negozio è un luogo in cui poter fare la spesa, conoscere i produttori, partecipare a laboratori e degustazioni, ma anche ritrovarsi, stare insieme e prendere decisioni condivise.

Accanto alla gestione quotidiana delle attività di vendita lo spazio sarà sede di laboratori, attività formative e divulgative, degustazioni ed eventi legati alla promozione di sani stili di vita, corrette abitudini alimentari, consumo consapevole.

La sociocrazia

Un’altra particolarità è il modello di governance scelto: la sociocrazia. Si tratta di un sistema di gestione che punta a un ambiente socialmente armonioso. Si distingue per l’uso dell’assenso piuttosto che il voto a maggioranza. «Un’organizzazione a cerchi di competenze che si rapportano a un cerchio generale» conclude il presidente sottolineando come  l’obiettivo sia di favorire decisioni eque, efficaci, misurabili e trasparenti. 

Il progetto ha anche la collaborazione scientifica del Dsa dell’Università di Perugia e della Confederazione italiana agricoltura dell’Umbria.

Tutte le immagini sono da ufficio stampa. In apertura un particolare degli esterni

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