Mondo

Sudan: ultimo bilancio scontri, 130 vittime

Sale il bilancio delle vittime in seguito ai disordini scoppiati negli ultimi tre giorni nella capitale Khartum

di Redazione

E’ salito ad almeno 130 il numero complessivo delle persone uccise in oltre tre giorni di scontri e disordini a Khartum, innescati dalla morte dell’ex leader della guerriglia separatista del Sudan meridionale, John Garang, da appena tre settimane nominato primo vice presidente dell’immenso Paese africano.

Lo hanno reso noto fonti della Croce Rossa Sudanese, secondo cui i feriti accertati ammontano a circa 350. Stando a quanto riferito dagli stessi abitanti, la notte scorsa la capitale e’ rimasta relativamente piu’ tranquiilla rispetto a quelle che l’avevano preceduta, e il coprifuoco imposto lunedi’ dalle autorita’ per arginare i tumulti sembra aver alla fine tenuto.

Nuove vittime ce ne sono comunque state anche nelle ultime ore, giacche’ ancora ieri sera i vertici della Croce Rossa locale ponevano il computo a 111, con sei trucidate poco prima nel sobborgo di Malakal, a sud della citta’, uno degli epicentri delle rappresaglie incrociate tra immigrati meridionali, seguaci di Garang, e residenti originari del nord, sostenitori del governo del presidente filo-islamico Omar Hassan el-Bashir. Altri tredici morti si sono registrati a Giuba, la citta’ piu’ importante del Sudan meridionale, ove il defunto ex capo miliziano sara’ sepolto sabato con tutti gli onori.

Garang e altre tredici persone hanno perso la vita sabato scorso in un incidente occorso all’elicottero che li stava riportando dall’Uganda nella roccaforte dei secessionisti del sud dell’Splm/A, l’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese, poi ribatezzato Movimento dopo l’accordo di pace firmato a gennaio in Kenya; ufficialmente lo schianto e’ stato provocato dalla scarsa visibilita’, forse per via di una tempesta di sabbia, ma molti tra i collaboratori del neo-nominato vice presidente sudanese sospettano che si sia trattato di un attentato ordito dal regime.

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