L’8 agosto Gabriele Lavia sarà a Cortona, sul palco del Sun Tuscany Festival assieme a Robert Redford. «Difficilmente, però, riusciremo a incontrarci prima di quel giorno» ammette Gabriele Lavia, protagonista, assieme all’attore, di una serata di poesia e musica. Darà voce ai versi di Giacomo Leopardi (Redford leggerà, invece, quelli di Robert Frost), accompagnato al pianoforte da Nicola Luisotti.
Perché proprio Leopardi?
Perché è il mio poeta preferito: un proto nichilista. Per lui la vita è il nulla e il mondo è fango. Nelle sue poesie c’è filosofia allo stato puro. Ma Leopardi non è per pochi: anche i meno colti riescono ad apprezzare la musicalità della sua lingua
Quali poesie ha scelto?
Ovviamente l’Infinito, poi La sera del dì di festa («Dolce e chiara è la notte e senza vento», è il più bell’endecasillabo mai scritto in italiano), e quel giallo in versi che è Il Sabato del Villaggio.
Da dove viene questa passione?
Leopardi l’ho incontrato a scuola, ma poi l’ho approfondito di da solo. Difficile leggerlo in classe: servirebbe una preparazione ben più ampia. Qualche insegnante ci riesce, ma sono personalità isolate.
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