Cultura

Susanna torna in corsa

A Torino una task force di legali sta preparando la candidatura della Agnelli. Ma c’è chi trama per un nuovo commissario

di Redazione

Questa che porta al 2 dicembre (termine per presentare la candidatura alla presidenza) si annuncia fra le settimane più calde della storia recente della Croce rossa italiana. Mentre da Seul Massimo Barra, l?unico candidato già uscito allo scoperto, si gustava la nomina a presidente della Commissione mondiale sullo sviluppo della Federazione internazionale, sull?asse Roma -Torino prendeva sempre più quota il nome di Susanna Agnelli. A tirare la volata alla sorella dell?Avvocato, ecco spuntare il nome di Enzo Scognamiglio, salernitano, ispettore nazionale dei volontari uscente in odore di conferma, ma con il pallino della vicepresidenza.
Carica che gli sarebbe preclusa sotto un?eventuale gestione Barra. Con la Agnelli, invece, le porte dell?ufficio del numero due di via Toscana sarebbero spalancate, grazie anche all?intercessione dell?attuale direttore del personale Aldo Smolizza, fedelissimo di Scelli, piemontese di Biella molto vicino all?Udc. Proprio Scognamiglio il weekend del 19 e 20 novembre ha lanciato la prima offensiva della campagna elettorale organizzando a Riccione un ?corso quadri nazionale?. Invitati, ovviamente, tutti gli ispettori provinciali e regionali della componente che a Roma l?11 dicembre saranno chiamati a eleggere il presidente.

Come anticipato da Vita(sul n. 45, pag. 9), a impedire l? ufficializzazione della candidatura della presidente di Telethon persiste il neo del mancato pagamento della quota associativa entro i termini prescritti. A Torino però una task force di avvocati made in Fiat sta studiando le carte. Il semaforo verde sarebbe imminente, sostengono i ben informati. Il rientro in carreggiata per via giudiziaria della Agnelli non sarebbe comunque mal visto dalla base della Cri, che però nella sua maggioranza sembra ancora orientata verso Barra.

Intanto in Lombardia si è riconfermata al vertice della Cri regionale Rosy Parlanti, il cui nome in un primissimo momento era stato inserito nella rosa dei papabili, malgrado lei stessa avesse negato la sua disponibilità.
Una sua elezione sarebbe di certo una sorpresa. Più chance di scompaginare le carte ha però un?ipotesi che sta prendendo piede lontano dai palazzi romani. Il piano, sussurrato a microfoni spenti, punta al fallimento ?per litigiosità? delle elezioni. In queste condizioni Palazzo Chigi sarebbe obbligato a un nuovo commissariamento. A vantaggio di chi? Questa soluzione non sarebbe sgradita ad alcuni degli attuali commissari straordinari locali, provinciali e regionali, che, se confermati, tornerebbero ad avere le mani slegate e a esercitare in prima persona i poteri riuniti della presidenza, del consiglio e dell?assemblea.

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