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Telefonate per tutti

Intervista a Paolo Bertoluzzo, direttore generale Vodafone: il verdetto del mensile 'Fortune' premia l'azienda inglese

di Francesco Maggio

La prima sensazione alla notizia? «Almeno due», risponde Paolo Bertoluzzo, direttore generale di Vodafone Italia. «Innanzitutto un grande orgoglio, perché un simile risultato inorgoglisce tutti quelli che lavorano in azienda. Ma poi, subito, è subentrata anche una sensazione di forte responsabilizzazione. Una volta arrivati in vetta si può solo ?cadere?, ma noi non vogliamo farlo affatto». La notizia in questione l?ha data il mensile americano Fortune: Vodafone è l?azienda più socialmente responsabile al mondo. Noto soprattutto per classifiche tipo «chi sono gli uomini più ricchi del mondo», «le donne più potenti di Wall Street», «le società quotate a più alto tasso di sviluppo», il mensile americano da un paio d?anni ha deciso di cimentarsi anche nella tanto inusuale quanto lodevole graduatoria delle aziende più socialmente responsabili. Lo scorso anno la vetta era stata occupata da BP, settore petrolifero. Stavolta tocca a Vodafone, nel 2005 terza (ma anche Enel, prima azienda italiana in classifica, compie un bel balzo risalendo dalla diciassettesima posizione alla sesta) per il suo «superbo impegno», si legge nella motivazione, «nell?attività di ascolto e risposta alle istanze dei dipendenti e di tutti gli stakeholder». Vita: Una bella motivazione dottor Bertoluzzo, non c?è che dire?. Paolo Bertoluzzo: In effetti. Anche perché le aziende non sono abituate a questo tipo di classifiche che invece trovo molto giuste perché le richiamano ad alcuni doveri imprescindibili verso la comunità. Vita: Facile dirlo da ?lassù??. Bertoluzzo: Ne sono convinto. Per questo la prima sensazione è stata un misto di orgoglio e responsabilizzazione. Vita: Come ha avuto la notizia? Bertoluzzo: Dalle agenzie di stampa. Ma poi niente festeggiamenti. La corporate social responsability è un fenomeno di cui, per certi versi, meno se ne parla, meglio è. Non esiste una ?ricetta? da raccontare, valida per tutti. Ci sono, invece, valori di riferimento che quotidianamente cerchiamo di declinare in modo concreto. Vita: Mi fa qualche esempio? Bertoluzzo: Noi operiamo in un settore che ha, di per sé, un?enorme valenza sociale proprio perché consente alle persone di esercitare il diritto a comunicare. Se questo diritto è per noi sancito e, oserei dire, ?scontato?, non dobbiamo dimenticare che ci sono Paesi come la Cina e India dove ogni mese si registrano 50 milioni di nuovi abbonati. Ciò permette di portare la comunicazione in zone rurali dove non è mai arrivato il telefono fisso. Vita: Già. E gli esempi? Bertoluzzo: Potrei farne molti ma mi limito a un paio. Il servizio talks, che abbiamo sviluppato con l?Istituto italiano ciechi e che consente ai non vedenti di utilizzare la tecnologia della telefonia mobile per comunicare. Un servizio Sms, messo a punto con la pubblica amministrazione, rivolto agli immigrati che devono regolarizzare il loro permesso di soggiorno. Un servizio, mi creda, a basso ritorno economico ma che siamo davvero lieti di aver introdotto perché sappiamo bene il valore ?esistenziale? che può rappresentare per tanti un permesso di soggiorno. Vita: Ci credo. Ma è ancor più importante che anche il prossimo anno ci creda Fortune. Bertoluzzo: Siamo sereni. Rimanere primi rientra naturalmente nei nostri obiettivi, ma la cosa più importante è andare avanti per la nostra strada come abbiamo fatto finora, consapevoli che ci sono tante altre aziende che meritano di veder riconosciuto il loro impegno sul fronte della csr.


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