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TERREMOTO. Caritas fa il bilancio del primo mese

A quattro settimane dal sisma l'organismo pastorale della Cei evidenzia cosa è stato fatto in aiuto delle popolazioni e cosa ancora da fare

di Redazione

Caritas Italiana, ad un mese dal terremoto abruzzese, ricorda le 298 vittime e continua il suo impegno in aiuto della popolazione sfollata.

In queste quattro settimane infatti, sono state raccolte da Caritas Italiana offerte spontanee per circa 6 milioni di euro, che saranno messi a disposizione per gli interventi avviati e da avviare, insieme ai 5 milioni di euro stanziati subito dalla Cei. A questi 11 milioni di euro, andranno poi aggiunte le offerte, che devono ancora pervenire a Caritas Italiana, raccolte domenica 19 aprile in tutte le parrocchie durante la colletta nazionale, indetta dalla Presidenza della Cei. Il tutto in un’ottica di prossimità e di presenza continuativa e di lungo periodo «con la gente», come è nello stile di Caritas.
Oltre 50 Caritas nazionali, dalla Polonia al Burkina Faso, dal Brasile a Sri Lanka e alla Somalia, hanno manifestato vicinanza alla sorte delle vittime e disponibilità a contribuire agli aiuti e alla ricostruzione. La scorsa domenica la Conferenza episcopale della Serbia-Montenegro ha lanciato una colletta nelle sue parrocchie per le popolazioni colpite dal sisma.
L’intervento della Chiesa italiana, che ha visto Caritas Italiana da subito in prima linea, ha il suo perno nel Centro di coordinamento nazionale Caritas, aperto presso la parrocchia San Francesco d’Assisi del quartiere Pettino, attivato al fine di coordinare i primi aiuti giunti da tutta Italia. Sono più di 400 gli operatori e i volontari Caritas che si sono mobilitati immediatamente dopo il terremoto. Le attività delle Caritas diocesane dell’Abruzzo-Molise, in questo mese, sono andate dall’attivazione immediata di 4 magazzini (con alimenti, medicinali, prodotti per l’igiene, vestiti, lettini, sacchi a pelo, tende), all’assistenza materiale e morale alle famiglie accolte nelle tendopoli e negli alberghi della costa e al sostegno alla Caritas diocesana dell’Aquila, per riattivare le sue capacità di intervento, sia nell’emergenza, sia rispetto ai bisogni sociali vecchi e nuovi del territorio.
Dall’inizio dell’emergenza, sono stati distribuiti a più di 2 mila persone: beni alimentari (quasi 3 tonnellate tra pasta, sugo, scatolame), acqua (14 bancali), pannolini (4 bancali), coperte (3 bancali), vestiti (5 bancali), scarpe (4 mila paia). Caritas Italiana ha anche provveduto ad acquistare e distribuire alle parrocchie gazebo e tende comunitarie (100), sacchi a pelo (100), lettini (300).
Il Centro di coordinamento Caritas ha suddiviso il territorio colpito dal sisma in 9 zone omogenee, «affidate» alle Delegazioni regionali delle Caritas diocesane. I primi gemellaggi sono entrati nel vivo una settimana dopo il sisma: prevedono la condivisione con le comunità locali, grazie all’invio di operatori e volontari che, per un lungo periodo svolgeranno opera di ascolto e assistenza delle persone terremotate, soprattutto delle fasce più fragili (anziani, malati, disabili, minori, migranti). Caritas Italiana ha stretto anche un accordo con l’Azione Cattolica Italiana, per coordinare insieme l’impegno dei circa 1.600 volontari che si prevede si alterneranno nell’area del disastro. Intese e sinergie sono state sviluppate anche con le Acli e con la Pastorale giovanile e intensa è l’attività di coordinamento con le molteplici associazioni collegate alle realtà ecclesiali.
Caritas Italiana ha già confermato la disponibilità a ricostruire scuole, centri di aggregazione delle comunità (strutture polifunzionali per finalità sociali, assistenziali, pastorali e culturali), la mensa e un dormitorio, e a realizzare opere di edilizia sociale e interventi per i bisogni delle fasce più vulnerabili (anziani, famiglie in difficoltà, soggetti svantaggiati, migranti).

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