Mondo
Tibet: gli svizzeri, il Cio deve prendere posizione
Lo chiede il Comitato olimpico svizzero. "Non può fare finta di nulla di fronte alle violenze", accusa il presidente Schild
di Redazione
Non si puo’ fare finta di nulla riguardo a quanto sta avvenendo in Tibet: il presidente del Comitato Olimpico svizzero, Jorg Schild, ha scritto al Comitato internazionale olimpico (CIO) invitandolo a prendere posizione sulle violenze seguite alle manifestazioni anticinesi dei monaci buddisti.
Con la scelta di Pechino quale luogo delle prossime olimpiadi il CIO si e’ assunto una responsabilita’ per la reputazione e la credibilita’ dei giochi: si tratta quindi di ricordare alla Cina che il mondo sportivo auspica che i problemi di politica interna siano risolti con il dialogo, e non con la violenza, si legge nel messaggio. Finora il presidente del CIO Jacques Rogge si e’ limitato a dire di ritenere sbagliato boicottare la manifestazione, come proposto da alcune persone.
Anche Schild si e’ espresso contro un boicottaggio, perche’ a suo avviso non e’ giusto pretendere dallo sport cio’ che nemmeno la politica riesce a raggiungere. Cio’ nonostante non e’ nemmeno corretto rimanere in silenzio; cosi’ facendo si rischia di dare l’impressione che il CIO sia indifferente al destino della popolazione del paese che organizza i giochi, fa notare il presidente del comitato elvetico. Sempre secondo Schild non e’ il caso di esporre lo sport e l’idea olimpica a nuove prove negative, dopo gli scandali – per esempio di doping e di corruzione – che ne hanno gia’ offuscato l’immagine.
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