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Sostenibilità sociale e ambientale

Tra il verde e il blu

Idee-vacanza. Ogni settimana quattro escursioni nei Parchi nazionali: il Centro e le isole toscane - 2

di Roberto Copello

Storie di alberi e di monaci all?eremo di Camaldoli Itinerario. Nel 2012 cadranno i mille anni da quando San Romualdo fondò il suggestivo eremo di Camaldoli tra le impenetrabili foreste che rivestivano l’Appennino tosco-romagnolo. I monaci per secoli abbatterono solo le piante indispensabili: così le bellissime Foreste Casentinesi sono sopravvissute fino al 1993, quando è stato istituito il Parco nazionale. Anziché con la carrozzabile, l?eremo si può raggiungere con un percorso ad anello nella foresta di Camaldoli, tra abeti e faggi, cervi e caprioli. Dal paese di Camaldoli ci si dirige verso ovest lungo il sentiero 19. Una deviazione consente di dare un’occhiata al Vecchio Castagno, un enorme albero cavo. Oltrepassata la strada a Fosso Casini, si sale poi verso nord per una sterrata che porta al Casotto Secchietta. Il sentiero 20 prosegue in cresta finché al bivio della Bernardina si svolta a destra e si raggiunge l’eremo. Da qui si prosegue salendo con il sentiero 13 a Prato alla Penna, e poi seguendo il sentiero 9 fino al Poggio Tre Confini, il sentiero 14 fino al casotto Cotozzo, e infine il sentiero 12 che ci fa tornare a Camaldoli. Da Camaldoli (816 m) al Sacro Eremo (1104 m) Tempo di percorrenza: 5 ore Accesso: da Firenze o da Arezzo a Poppi e poi a Camaldoli; da Forlì o da Cesena a Badia Prataglia e quindi a Camaldoli Carte: Multigraphic 1:25.000 n°25-28, 29-30 e 33-34; Carta di Ridracoli 1:20.000 Info: Ente Parco, via Roma 10, Pratovecchio (Ar), tel. 0575/504558; cooperativa Communitas, p. Municipio 5, Pratovecchio, tel. 0575/504272 Libri: A.Bietolini-G.Bracci, Grande escursione appenninica, Tamari; G.Bracci-G.D’Eugenio, Sui sentieri della Toscana, Cda A duemila metri c?è il lago dove affogò Ponzio Pilato Itinerario. I parchi qui in realtà sono due, entrambi di recentissima creazione, e praticamente contigui (li separa solo il corso del fiume Tronto). A nord c?è il parco dei Monti Sibillini, compreso tra Marche e Umbria; più a sud quello dei Monti della Laga, tra Lazio, Abruzzo e Marche. L? itinerario che vi proponiamo si svolge però interamente sui Sibillini, ed è quello, classicissimo, che conduce al Lago di Pilato, un tranquillo specchio dove, secondo la leggenda, sarebbe affogato il governatore della Giudea che condannò a morte Gesù. Nel lago vive un minuscolo crostaceo unico al mondo, il Chirocephalus marchesonii, minacciato di estinzione. Per raggiungere il lago si parte da Foce (945 m) e si risale prima su sterrata, poi su mulattiera la Valle del Lago, incuneata fra le ripide pareti. Dopo la Capanna Piscini (1753 m) si arriva al lago (1940 m), che nella stagione più asciutta si divide in due specchi d?acqua simmetrici, incassati tra il Vettore e la Cima del Redentore. Da Foce (945 m) al Lago di Pilato (1940 m) Tempo di salita: 3 ore Accesso: Da Amandola sino a Foce in automobile Carte: Kompass n°666 1:50.000; Cai-Editrice ricerche 1:25.000 Info: Ufficio Parchi Regione Marche tel. 071/ 2070963 Libri: A.Alesi-M.Calibani, Parco nazionale dei Sibillini, Ricerche ed.; L.Bersezio-P.Tirone, I Parchi degli Appennini, De Agostini Sulla vetta più alta degli Appennini per sentirsi tutti un po? alpinisti Itinerario. Il Gran Sasso è montagna degna delle Alpi, con quei due suoi gruppi rocciosi di quasi tremila metri, il Corno Grande e il Corno Piccolo, paradiso degli scalatori. Qui gli escursionisti dell?Italia centrale vengono da sempre. L?itinerario più ambito è quello che porta alla cima del Corno Grande, con i suoi 2912 metri la vetta più alta degli Appennini. È una via già alpinistica, con passi di primo e secondo grado, ma comunque accessibile a chiunque sia in buone condizioni atletiche: basta farsi accompagnare da qualcuno esperto di scalate o, ancor meglio, da una guida alpina. Si parte dall?albergo di Campo Imperatore (2120 m) e si segue il sentiero che sale al rifugio Duca degli Abruzzi. Al bivio, si prende a destra per la Sella del Monte Aquila (2335 m) e poi, in cresta, fino alla Sella del Corno Grande (2421 m). A questo punto il sentiero s?impenna ripido verso l?alto, passando per il cosiddetto Sassone. Si cerca di seguire i triangoli verdi dipinti sulla roccia. Dopo due impegnative paretine di secondo grado, si raggiunge la vetta. Il ritorno avviene da nord, per la Sella del Brecciaio fino a raggiungere nuovamente la Sella del Monte Aquila e infine ripercorrendo il percorso dell?andata. Da Campo Imperatore (2120 m) alla vetta del Corno Grande (2912 m) Tempo di salita: 2 ore e mezza Accesso: Dall?Aquila (autostrada Roma-Pescara) a Fonte Cerreto e a Campo Imperatore Carte: 1:50.000 ?Gran Sasso? edita dal Cai dell?Aquila; Igm 1:25.000 f. 140 III NO ?Gran Sasso d?Italia? Info: Cai dell?Aquila 0862/24342; Cai Roma 06/6861011 Libri: S.Ardito, A piedi sul Gran Sasso, Iter; Grazzini-Abate, Gran Sasso d?Italia, Tci-Cai Un vertiginoso belvedere su una collana di sette isole Itinerario. Quello dell’Arcipelago Toscano è uno dei parchi nazionali finora rimasti più sulla carta. È nato ufficialmente solo un anno fa, dopo infinite discussioni, ed è senz’altro il più originale di tutti i parchi italiani: disseminato su 1300 chilometri quadrati, comprende sette isole (Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa, Gorgona e Giannutri), molte delle quali quasi disabitate. Scopo del parco è senz’altro proteggere fondali e natura marina, ma anche l’interno delle isole non è meno interessante. Soprattutto per l’escursionista. Un “classico” è costituito dalla salita al Monte Capanne, la vetta più alta dell’Elba, l?isola maggiore e anche più abitata e frequentata dai turisti. La cima del monte è raggiungibile anche con la cabinovia che parte da Marciana, ma a piedi è ovviamente un’altra cosa. Dalla Pensione Monte Capanne di Poggio si può puntare direttamente alla montagna per il ripido sentiero numero 2, oppure ci si può spostare di un chilometro verso ovest e imboccare la stradina in terra battuta che in circa tre quarti d’ora porta al suggestivo romitorio di San Cerbone, nascosto fra pini e castagni. Da qui si sale lungo la Valle Grande, ricollegandosi al percorso della G.T.E. Dalla vetta il panorama, estesissimo nelle giornate limpide, abbraccia la Corsica a ovest e le montagne degli Appennini a est, oltre che tute le altre isole dell’Arcipelago toscano. Da Poggio (350 m) al M. Capanne (1018 m) Tempo di salita: 3 ore Accesso: da Portoferraio a Marciana Marina, da qui in auto fino a Poggio Carte: Kompass 1:30.000 ?Isola d?Elba? Info: Coop. Parco, Capraia 0586/905071 Cosa leggere: Gin Racheli, Le isole del ferro, Mursia; G.Bracci-G.D’Eugenio, Sui sentieri della Toscana, Cda; ?Meridiani? n° 60, Arcipelago Toscano, Editoriale Domus


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